Un uomo si fa vedere regolarmente alla stazione di polizia, di Sabato. Strano, sta lì, aspetta. Cosa?
Un sabato sera, visita inaspettata per il commissario Maigret, a casa sua! In una serata destinata alla televisione, all’ora del telegiornale, quasi pregustato per tutto il pomeriggio…
Divertente l’introduzione del nuovo totem moderno. Maigret e signora sembrano due adolescenti stupiti ed entusiasti di fronte a questo nuovo “magico elettrodomestico” che entra a far parte della loro vita fino ad allora scandita da una routine serena e dialogata.
Guardano tutto, onnivoramente: varietà, teleromanzi, come in un meraviglioso viaggio di scoperta. Non selezionano, sono come ubriachi di novità. Simenon, da scrittore esperto però, strumentalizza questo nuovo arrivo e lo fa diventare un pretesto narrativo che fa muovere in avanti la storia.
Sabato sera, “il cliente” è accolto gentilmente in casa. Bellissimo il dialogo tra i due uomini seduti al tavolo della sala. Uno si apre senza riserve, l’altro ascolta, quasi piegato verso l’interlocutore, partecipe.
La trama è semplice e, forse, scontata: storie nere di famiglia; amanti che si intrufolano nelle debolezze della coppia; tristezze e meschinità; soldi.
Il setting è Parigi, il quartiere di Montmartre, libero da coloriture turistiche e vero nella sua natura popolare e artistica. Le strade, le persone, gli scenari coinvolgono il lettore che conosce i posti e che cerca di ritornarci, a braccetto con i Maigret o con Janvier…
L’introspezione psicologica dei personaggi, messa in atto da Simenon da il tocco di classe ed eleva la banalità della vicenda, che alla fine, si ricompone secondo i canoni di legge… e di Maigret. Interessante.
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