Leggere FREEDOM, di Jonathan Franzen è come guidare per lunghi giorni e notti, tra luci e ombre, sfumature, tagli di luce e battiti d’ali, attraverso l’America. Non un coast to coast, ma un soul to soul, alla ricerca della libertà.
Storia e storie di una famiglia del Midwest, Walter e Patty, Jessica e Joey Burglund. Storia di una società ancora sotto shock per l’11/9. Temi enormi nelle mani di queste piccole grandi persone: il sovrappopolamento l’ambiente, la crisi energetica, il ritorno al carbone, le guerre per il combustibile.
Il passerotto blù
E poi lui, il piccolo warbler-passerotto blu, simbolo indifeso di una specie in via di estinzione. Tra le pagine prende vita il suo battito d’ali ed il suo canto. Chi rappresenta? Walter? Patty? Lalitha? L’ingenuità dell’individuo e della società?
Il diario di Patty
Molto coerente con i bisogni dello scrittore e del lettore moderno è l’uso del diario come strumento di autoanalisi ed esplorazione di sé, ma anche come elemento rivelatore di verità, nascoste per tanti anni, tra le sue pagine. Chi lo divulga, perché? E’ Patty, inquietante ed enigmatica “desperate housewife” che lo scrive. Le altre donne, un mondo femminile complesso quello rappresentato da Franzen, sono tutte inquietanti: amiche, nuore, vicine di casa, mamme, figlie…
La Libertà
Il valore simbolico del titolo, così minimalista, così ampio e indefinito è tuttavia stracolmo di significati e valori. Cosa è la libertà? Libertà di cosa? Pensare, agire? Combattere? Stare soli, abbandonarsi all’amore e ai sentimenti? Libertà di viversi fino in fondo la casa al lago, dove accadono eventi fondamentali nella vita dei protagonisti? Questa casa mi riporta verso quella di Barney , dove ha luogo l’evento tragico, catalizzatore della storia.
La parola libertà e libero tornano molte volte nel libro. O si è troppo liberi o non lo si è affatto o si è alla ricerca della libertà. Quello che emerge alla fine è che ognuno è alla ricerca di una sua libertà di… e del suo contrario, fino a vivere esperienze in cui i due opposti si incontrano e si sovrappongono. “use well your liberty”(p.195), così c’è scritto sulla pietra di fronte al college di Jessica, e Patty, in visita, ne è impressionata…
Gli anti-eroi
Un’epopea! E tuttavia i personaggi sono tutti anti-eroi, fragili, problematici, anche l’eroe buono Walter e la sua temibile “rabbia del buono compressa” e Richard, il bello e dannato che travolge ogni donna. Fragili perché ingabbiati, Tutti anelanti ad una libertà totale che ancora non riescono a definire. La libertà di decidere, massima aspirazione delle loro vite complesse.
Personaggi tragici in fondo, percorsi tutti da delusioni più o meno cocenti, ma comunque delusioni. Su tutto svetta “La maestà dei lunghi matrimoni…” inossidabili, perfetti, eppure così fragili alle fondamenta. Se ne rendono conto Patty e Walter. “The quiet majesty of long marriages…”(350)
La musica
È la musica di Richard e quella della natura attraverso il canto degli uccellini e lo stormire delle fronde. La musica dello stile. Sentite la sonorità di questo periodo:
“She visited Georgetown for one afternoon, on a pretty blue fall Saturday, when a Minnesotan wind was tossing the turning trees, and said, yeah, OK, I can do this…”(198).
Ron Charles del Washington Post dice di Franzen:
“An extraordinary stylist. In dialogue that conveys each palpitation of the heart, every wince of the conscience… Franzen conveys his psychological acuity”
Il romanzo
Un romanzo doloroso: 597 pagine fitte fitte in Inglese, che sono strafelice di aver letto e assaporato a ritmo lento, rispecchiandomi a tratti nelle vicende di alcuni protagonisti. I titoli delle varie sezioni attraversate in questo lungo e intenso viaggio, sintetizzano efficacemente, più che il contenuto oceanico, la filosofia di questa ricerca di Libertà:
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Good neighbors
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Mistakes were made…Autobiography of Patty Burglund…
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2004
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Mountain top removal
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The nice man’s anger
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Enough already
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Bad news
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The fiend of Washington
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Mistakes were made…Conclusion..to the reader
Canterbridge
L’ultima sezione Canterbridge estates lake merita un discorso a parte. Qui l’ironia amara raggiunge quasi vette terrificanti, alla Poe. Bobby the cat con la sua precious freedom, mostro tra i mostri felini, azzanna e decapita i poveri uccellini indifesi, vittime della loro vita libera e ingenua. Bobby the cat va eliminato! Ma quello che Walter riesce a fare, terribile comunque, è lasciarlo in custodia ad un rifugio pubblico sapendo che fine potrebbe fare… Meglio delegare che macchiarsi del sangue innocente di un animale, sebbene della razza più odiata: i gatti opportunisti. Eppure lui e Bobby si assomigliano in un certo senso…
Un tappeto prezioso
Bello, intenso, ben narrato. Tra le pagine sfogliate prende vita il battito d’ali del warbler ceruleo. E canta la carta con le parole che danzano al ritmo del suo fischio. Franzen mi accompagna magistralmente verso la conclusione. Gli ultimi due capitoli sembrano le operazioni finali della tessitura di un tappeto prezioso. Gli ultimi nodi vengono fissati, le dita sono forse un po’ doloranti, il lavoro è stato molto impegnativo, ma alla fine il risultato è perfetto! Non mancano neanche questa volta calde lacrime di empatia.
Cosa ne pensano “gli esperti”
“A masterpiece. Like all great novels Freedom does not tell just an engrossing story. It illuminates, through the steady radiance of its author profound moral intelligence, the world we thought we knew” Sam Tanenhaus, New York Times
“A great novel about America. Rarely has the land of the free been scrutinesed with such a sharp but loving eye” Robert Douglas-Fairhurst Daily Telegraph, Books of the Year
“Without question Freedom is a book that grabs hold of you.[…]Franzen’s skills as a writer are on giddy and unapologetic display: his superb facility for writing dialogue; his willingness to be shockingly entertainingly dirty on matters of sex; and his terrific and terrifying sense of humour. I was completely absorbed” Curtis Sittenfeld, Observer
Incontro con l’autore
“Scrittore socialista negli Stati Uniti d’America”
Antonio Monda intervista Jonathan Franzen (La Repubblica-Settembre 2010). Ne riporto uno stralcio significativo con riferimenti letterari di pregio:
“Lo sguardo ironico e cupo, l’ambientazione del Midwest, e la scelta di raccontare una famiglia caratterizzata da personaggi fragili e depressi ripercorrono gli stessi itinerari del libro che gli ha dato la fama, ma abbondano riferimenti inediti e sorprendenti: le saghe squisitamente americane di Updike, il senso di virile spaesamento degli eroi di De Lillo, il legame inesorabile tra vicende insignificanti ed un senso dell’esistente che rimane sempre grandioso, come in Pynchon. E addirittura Guerra e Pace, citato esplicitamente, dal quale Franzen rimodella a modo suo un triangolo amoroso simile a quello tra Natasha, Pierre e il principe Andrej. Il tutto dominato da un senso doloroso dell’assurdo, che ricorda l’approccio esistenziale di David Foster Wallace, di cui Franzen è stato intimo amico e rivale…”leggi qui tutta l’intervista
3 pensieri riguardo “J. Franzen-FREEDOM. Storia e storie di una famiglia del Midwest, ancora sotto lo shock dell’11/9”
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