
Chi ti credi di essere? di Alice Munro è un romanzo bellissimo che sembra essere stato ideato nel solco della migliore tradizione anglosassone dei romanzi di formazione a puntate. Uno script dalle sicure potenzialità per diventare una serie televisiva. Ripercorriamo insieme i singoli capitoli/racconti/ tappe esistenziali nella vita di Rose.
BOTTE DA RE
Cosa le scatena? Rose, il Re delle botte da Re (suo padre), la matrigna Flo e il fratellino Brian vivono a West Harnatty Canada:
“Abitavano in una zona povera del paese. c’erano Hanratty centro e West Hanratty, con il fiume che scorreva in mezzo. Loro stavano a West Hanratty. La piramide sociale di Hanratty centro vedeva al vertice medici, dentisti e avvocati, per scendere fino a manovali, operai della fonderia e birocciai; quella di West Hanratty, invece, partiva dagli operai e dai manovali per arrivare fino a miserabili famiglie numerose di contrabbandieri occasionali, prostitute, e ladri falliti. Rose pensava alla propria famiglia come a una comunità a cavallo del fiume, senza un preciso luogo di appartenenza, ma non era così. Stavano a West Hanratty perché lì era il negozio, e pure loro, all’estrema propaggine dello stradone.” p.7
Il papà “deve” picchiare Rose di fronte a Flo, matrigna che non riesce a gestire il carattere ribelle della piccola. Papà cerca di andarci leggero con le cinghiate e i calci, non vuole farle male, ma deve salvare la faccia di fronte a Flo che invece si pente di essersi lamentata del comportamento di Rose. Il linguaggio del corpo è incisivo, come le gambe penzoloni di Rose che, seduta sul tavolo, osserva Flo strusciare con forza lo straccio sul pavimento sporco. Rose e Flo, due facce della stessa medaglia. Un’identità allo specchio?
Lo stile di Munro è maestoso: ricco, figurato, emozionale. La narrazione, per lo più in terza persona, è sapiente e precisa, come una fotografia. A volte diventa un monologo interiore indiretto, ma la tensione narrativa rimane sempre efficace e coinvolgente.
Il carattere di Rose- “Il carattere di Rose cresceva ispido come un ananas, ma in modo lento, segreto, foderato da strati di orgoglio e scetticismo che rendevano l’effetto sorprendente ai suoi stessi occhi “.p.8
Rose e il dolore– “Alla prima o forse la seconda fitta di dolore ritira la mano. Non è disposta ad accettarlo. Si mette a correre per la stanza, cerca di guadagnare una delle porte. Il padre le blocca la strada. Non ha un minimo di coraggio o di stoicismo, a quanto pare. Rose scappa, urla, implora. Il padre la insegue, le da una cinghiata appena può, poi lascia perdere e passa alle mani. Un ceffone su un orecchio, uno sull’altro. Andate e ritorno; le ronza la testa. Una sberla in faccia. La mette al muro e gliene dà un’altra. la scuote e la sbatte di nuovo al muro, le prende a calci le gambe. Lei è fuori di sé, farnetica, strilla. Perdono! Ti prego, perdonami! Intanto strilla anche Flo, Basta! Basta! Non ancora. La sbatte per terra. O forse è Rosa a buttarsi. Le prende ancora a calci le gambe: Lei ha rinunciato alle parole ma emette un suono…” p.23
PRIVILEGIO
Cos’è l’amore? Esplorazione dei sentimenti di una preadolescente? Un amore strano, ma comprensibile per una ragazza più grande di lei, Cora. Brutta, goffa, volgare, ma così profumata, colorata e forte che la piccola Rose ne è travolta. Ma non riconosce l’amore dei film e dei romanzi in cui alla fine ci si sposa e via…È qualcosa di più, qualcosa di totalizzante, di unico e necessario.
Munro descrive l’ambiente in cui Rose cresce: West Harnatty, la casa, la scuola e i suoi gabinetti; gli odori, le puzze, la bruttezza. Usa immagini forti e insolite che vanno oltre l’indubbio effetto di successo che di solito ha la volgarità nei film e nei romanzi. è semplicemente la descrizione di una realtà sporca e puzzolente. Ne fa parte il trattamento riservato a Franny, ragazza fragile che diventa strumento di piacere sessuale nelle mani di giovinastri senza anima.
”L’uso che Shorty, come gli altri, faceva di lei sarebbe proseguito. sarebbe rimasta incinta, l’avrebbero portata via, poi riportata indietro solo per restare incinta, lasciarsi portare via, tornare a casa, rimanere incinta e lasciarsi portare via di nuovo. Si sarebbe parlato di fare la sterilizzare, chiedendo al Lions Club di accollarsi le spese; si sarebbe parlato di farla sterilizzare, ma lei risorse il problema morendo di polmonite all’improvviso.” p.35
MEZZO POMPELMO
Tutto parte dalla piccola indagine scolastica su cosa mangiano gli studenti a colazione. L’idea è che debbono mangiare sano se vogliono star bene. I ricchi dell’altra parte del fiume elencano i loro cibi sani, Ad un certo punto Rose inventa una chicca, suscitando lo stupore dei compagni, la sua colazione è fatta di un oggetto misterioso: mezzo pompelmo.
Ma cose ben più importanti accadono in questo racconto. Il papà deve essere trasferito in ospedale. Ha il cancro e non vivrà a lungo. Rose si confronta con la malattia, con lo stigma che la parola cancro si porta dietro. Sui suoi dubbi e conflitti circa i sentimenti che prova per la morte del padre.
Rose ama leggere e discutere sui libri che legge, sugli stimoli che offrono, per esempio su povertà e appropriatezza di linguaggio ne La festa in giardino di Katherine Mansfield. Poi passa a Macbeth di William Shakespeare, di cui impara a memoria senza difficoltà alcuni brani che la fanno sentire un pò Lady Macbeth, nel cui personaggio entra facilmente, da brava futura attrice.
CIGNI SELVATICI
Rose si prepara a lasciare West Harnatty per Toronto. Inizia il viaggio della vita…Flo, come molte mamme della zona e di quel tempo, la mette in guardia sdalle insidie dei cacciatori di schiave bianche, con le loro strategie di cattura tipo l’offerta di una caramella drogata. E ancor di più dai preti, i peggiori! E dai poliziotti” buoni quelli”! Rose aveva guadagnato qualche soldino vincendo un premio letterario con il tema su Arte e Scienza nel mondo di domani. Una volta a Toronto, con questi soldi avrebbe acquistato tanti piccoli prodotti di bellezza.
A proposito del fidarsi o meno, è interessante il racconto che Munro fa del viaggio in treno. Succede infatti un evento che Rose non dimenticherà mai! Protagonista un pastore che, con la sua ecclesiastica solennità e arguzia, tira fuori la storia affascinante dei cigni selvatici per ammaliare la ragazza. Era una mano quella che sgusciava tra pagine di giornale e le cosce della giovane donna? Rose vuole proprio capire come andrà a finire…E finirà
“come se un grande stormo di uccelli, magari proprio di cigni selvatici, raccolti sotto un’unica immensa cupola spiccassero insieme il volo e invadessero il cielo”.p.82/83
A proposito di cigni selvatici, è immediata l’associazione con le protagoniste del meraviglioso CIGNI SELVATICI di Jung Chang
LA MENDICANTE
Entra in scena il futuro delle donne e l’importanza delle lingue straniere per una vita di successo. La professoressa Henshawe, che ospita Rose, le fa confessare le sue ambizioni di donna e professionista.
“Lei voleva esibirsi. Sognava di fare l’attrice, ma non aveva mai provato a recitare e aveva paura anche solo di avvicinarsi agli organizzatori degli spettacoli del college. Era consapevole di non saper cantare, né ballare. Le sarebbe tanto piaciuto suonare l’arpa, ma non aveva orecchio per la musica. Voleva essere conosciuta e invidiata, magra e intelligente. alla Henshawe disse che se fosse stata un uomo, avrebbe voluto fare il corrispondente dall’estero.-E allora devi farlo,-esclamò perentoria Ia professoressa.- ll futuro è nelle mani delle donne. Devi concentrarti sulle lingue straniere. seguire corsi di Scienze Politiche. Economia . Forse potresti trovarti un lavoretto estivo al giornale. Io ho degli amici in redazione. “p 90/91
Nella vita di Rose entra Patrick che esalta la sua povertà e bellezza paragonandola alla mendicante del quadro di Edward Burne-Jones Il re Copethua e la Mendicante

“Andò a dare un’occhiata al quadro. Lo cercò su un libro d’arte, in biblioteca. Esaminò bene La Mendicante, docile voluttuosa, i suoi piedi candidi e schivi. Quanta dolce purezza nel suo abbandono, quanta inerme riconoscenza. Era così che Patrick vedeva lei? Così che poteva diventare? Le ci sarebbe voluto quel re, allora, così possente e sicuro, benché obnubilato dalla passione, così intelligente e barbarico. Il desiderio struggente di lui l’avrebbe sciolta come neve al sole.” p.100
L’amore /non amore tra Patrick e Rose va avanti…
UN’ AVVENTURA
Questo capitolo nella vita di Rose segna una tappa importante per la sua emancipazione sentimentale e coniugale. Interessante il rapporto “a specchio” della coppia Rose-Patrick con la coppia Jocelyn- Clifford. Rose arriva ad un punto di svolta attraverso la sua avventura con il violinista-amico-amante.
PROVVIDENZA
Evoluzione nel rapporto matrimoniale. Rose prende decisioni fondamentali, e con lei la figlia Anna. Nuova vita per loro nella cittadina di montagna, in una casa non ricca e bella come quella coniugale, ma che a lei piace. Entrano in scena Tom il professore e Dorothy l’amica collega alla radio, il jackpot alla cabina telefonica, le disavventure sentimentali.
LA FORTUNA DI SIMON
Simon, “l’uomo dai riccioli neri”, professore di lettere classiche, guarda Rose con fare ironico e impudente. Il suo racconto di come, a soli quattordici anni, fosse fortunosamente scampato ai tedeschi, colpisce nel segno. Simon è il prossimo amore? È comunque una bella presenza nella vita di Rose. Ma a un tratto anche lui scompare. Perché?
LETTERA PER LETTERA
Flo sta male e Rose deve decidere cosa fare di lei. Inizia una fase particolare per la nostra protagonista che comincia a comprendere la sua matrigna. In alcuni momenti quasi si sovrappone a lei. Tra mille dubbi e perplessità la soluzione arriva: Flo deve essere assistita h 24 e la casa di riposo è la scelta migliore. Migliore per chi? Flo non vuole andarci e insulta Rose accusandola di aver preso soldi per portala li. Alla fine le due “si incontrano a metà strada”, si capiscono per la prima volta nelle loro vite. Molto incisiva e ironicamente amara è la descrizione dei tre piani “funzionali” della casa di riposo.
Rose fa l’attrice e da scandalo! Il regista dello spettacolo Le Troiane di Euripide vuole introdurre qualcosa di “vivace”. E ci riesce!
“Un seno a testa, esibivano, quello destro per i personaggi di stirpe regale come Ecuba e Elena; quello sinistro per le semplici vergini e consorti, come Rose. Rose non riteneva che l’esposizione la valorizzasse -stava invecchiando, in fondo, il petto cominciava a cascarle- ma si abituò all’idea. Non faceva gran conto sullo scalpore che avrebbero suscitato.” p. 239
Flo è allibita, la vergogna è piombata sulla sua casa e la lettera che scrive a Rose ne è la prova. E Rose come reagisce a questa lettera? Un altro punto di svolta narrativo…
CHI TI CREDI DI ESSERE?
Ritorno al passato, dove tutto ha avuto inizio. Personaggi molto peculiari appaiono nella vita di Rose: Miss Hattie e Miss Mattie, zie gemelle di Milton Homer. Miss Hattie insegna al liceo di Harnatty e punisce severamente Rose. Gli studenti debbono imparare una poesia a memoria. Per agevolare la memorizzazione la professoressa invita gli studenti a trascriverla verso per verso. Rose non esegue il compito. ha già imparato la poesia e trova inutile trascriverla. Su invito di Miss Hattie la declama perfettamente. Ma c’è un ma. Forse non le sarà servito trascriverla, ma ha disubbidito, non ha eseguito il compito che le era stato assegnato. “Chi ti credi di essere per fare questo?” Ora dovrà eseguire il compito, trascrivendo la poesia verso per verso, per quattro volte! Una lezione che Rose non dimenticherà.
In questo ultimo racconto/episodio/tappa esistenziale, svettano due personaggi formidabili Milton Homer e Ralph Gillespie. Con la loro storia, in interazione con quella di Rose, tra dubbi esistenziali su imitare, tradurre, essere in superficie, essere in profondità, si chiude “la prima stagione” del romanzo, Alla fine, dopo l’ultima parola, sembra quasi di leggere “to be continued”, continua in altre stagioni, in altre serie. La storia delle relazioni umane è senza fine.
LA TRADUTTRICE
Le ultime considerazioni starebbero benissimo nel racconto finale Chi ti credi di essere?, ma la collochiamo qui, le lasciamo uno spazio tutto per sé perché il lavoro della traduttrice Susanna Basso è eccezionale. Non ho letto la versione originale del libro, ma l’effetto che la versione in italiano ha prodotto su di me è talmente efficace che solo una grandissima traduttrice può aver trasferito lo spirito originale delle parole di Munro in Italiano. Bravissima Susanna Basso che ci offre anche la sinossi del romanzo nel risvolto di copertina. Da un’intervista di Eda Özbakay e Diego Ferrante a Susanna capisco perché questa traduzione mi ha catturato:
“Il capitolo più felice probabilmente della mia vita di traduttrice, quello in cui mi sono sentita più a mio agio, è nella scrittura di Alice Munro. Non solo perché ho tradotto tutte le sue opere. A un certo punto mi sembrava di conoscere la sua lingua. È una lingua davvero speciale per me, nella quale ho riconosciuto delle cose anche un po’ imbarazzanti. A un certo punto del mio percorso sulle storie di Alice Munro è morta mia madre e questo lutto è andato a insinuarsi linguisticamente nella traduzione, che è diventata più aperta ai piemontesismi. Ovviamente provenivano da mia madre, e questa specie di lingua perduta per la sua assenza è come se fosse approdata all’interno del mio lavoro. Naturalmente ho dovuto eliminarla dal testo, però mi ha raccontato delle cose di me, del fatto che mi mancava quella lingua. Mia madre e Alice Munro sono coetanee, è come se avessi attribuito a quella scrittura la possibilità di ospitare una lingua madre nel senso più letterale della parola. Queste cose le ho provate solo traducendo Alice Munro, con nessun altro autore.” da “Zetaesse- Tradurre È Farci Caso” – Intervista con Susanna Basso di Eda Özbakay E diego Ferrante
