Primo capitolo
L’inizio è come da copione, tanto da sembrare una bella sceneggiatura, con il suo stile tagliente, netto, descrittivo ma incalzante e con i classici ingredienti di una crime story di successo. Serie TV in arrivo?
E poi c’è lui, Melchor (sua madre ha voluto chiamarlo come il re mago per una vaga rassomiglianza tra i due), detective tormentato, sensibile, testardo. Un suo gesto eclatante lo porta alla ribalta nazionale esponendolo a rischi notevoli. Per questa ragione viene trasferito in una piccola e tranquilla città della Terra Alta, lontano dai clamori di Barcellona, la sua città.
Inaspettatamente però il piccolo centro sonnolento e tranquillo è scosso dal brutale assassinio degli Adell, quelli della Graficás Adell, incontrastati padroni del territorio.
L’indagine inizia, e si affianca ad altre faccende importanti per Melchor Marin, tra queste l’ossessiva caccia all’ assassino della madre-prostituta, l ’incontro con Olga la bibliotecaria “con i suoi passettini da uccello o da bambina”, la gestione del rapporto con i nuovi colleghi, e la scoperta della Terra Alta con la sua “Rivoluzione” di ottanta anni prima. Un territorio che gioca un ruolo rilevante nello sviluppo della storia e della vita dei protagonisti.
La scena del crimine-“È la prima scena di omicidio che Melchor vede da quando è arrivato nella Terra Alta, ma in precedenza ne ha viste molte e non ricorda niente di simile.[…] Nell’aria aleggiano un violento odore di sangue, di carne tormentata e di supplizio, e una sensazione strana, come se quelle quattro pareti avessero preservato le urla del calvario cui hanno assistito…” p.15
Secondo capitolo
Secondo capitolo: arriva la sorpresa, lo stile cambia e facciamo un salto nel passato, nella storia di Melchor, da una vita all’altra, da dentro a fuori, dalle sbarre alle manette. È fatale Il suo incontro con I Miserabili di Victor Hugo, che il Francese gli ha caldamente raccomandato. Inizia così una sorta di terapia “letteraria” che lo accompagnerà per tutta la vita.
Javert, poliziotto implacabile, ossessionato dalla caccia a Jean Valjan, lo ispira nel profondo, fino a decidere di fare lo stesso lavoro. Di Jean Valjan fa suo un certo desiderio di vendetta dal quale, tuttavia riesce a mantenere la giusta distanza.

Il capolavoro di Hugo “in quei giorni di lutto smise per lui di essere un romanzo e si trasformò in un’altra cosa, una cosa senza nome o con molti nomi, un vademecum vitale o filosofico, un libro oracolare o sapienziale, un oggetto di riflessione da rigirare come un caleidoscopio infinitamente intelligente, uno specchio e un’ascia” p.67

La storia prosegue tra capitoli al presente e capitoli al passato; tra descrizione-denotazione e narrazione-connotazione.
L’incontro con Olga – una storia nella storia.
Melchor è alla ricerca di un libro da leggere, rigorosamente dell’Ottocento. Il Francese gli ha detto infatti che non esistono romanzi degni di essere chiamati tali all’infuori di quelli del diciannovesimo secolo. Olga è sorpresa, ma ama il rischio e dunque gli suggerisce Lo straniero di Albert Camus. Il libro comincia così:
“Oggi è morta mia madre”
”È il secondo libro più bello che abbia letto nella mia vita dopo i Miserabili.”p. 242
E non è dell’800!- Olga prende coraggio, e allora via così alla scoperta di altri grandi romanzi. Gli consiglia “un altro libro dell’Ottocento scritto nel Novecento” Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
”Anche questo mi è piaciuto[…]Però adesso preferirei che mi raccomandassi un romanzo del Novecento che non sembri dell’Ottocento” p.304
A questo punto, ineluttabilmente Cupido scocca la sua freccia amorosa. I Miserabili ispira anche la vita di coppia. Melchor e Olga lo leggono insieme ad alta voce, lo vivono insieme:
“Il destino unì bruscamente e fidanzò con la sua potenza irresistibile quelle due esistenze sradicate, diverse per età, simili per la sventura. E l’una infatti completava l’altra: incontrarsi significò trovarsi.[…]« Hai visto?» disse Melchor, quando Olga finì di rileggere il frammento. «Questo libro parla di me.» Lei si tolse gli occhiali e scosse lentamente la testa. « Non più, sbirro» disse.«Adesso parla di noi».
Fine-A caldo

Bellissimo. Soprattutto la caratterizzazione. Melchior in primis, con tutti i suoi conflitti e segreti, gli Adell, simbolo del potere e della prevaricazione, l’enigmatico Armengol, il fragile caporale Salom, l’avvocato Vivales-forse-padre punto di riferimento, Olga la bibliotecaria disillusa che trova nel mondo dei libri la sua realizzazione e…l’amore vero.

In effetti, la strategia narrativa di Cercas contribuisce a creare i climax e ad allentare le tensioni, per poi costruire un nuovo climax, e così via con lo scopo fondamentale di catturare il lettore e portarselo a spasso per tutto il libro, fino a fargli rimpiangere la fine del viaggio.

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