Un’ora su Zoom con Nadia Fusini per parlare di Un anno con Virginia Woolf, edizioni Neri Pozza. Un’occasione imperdibile per chi ama la grande scrittrice inglese e per chi apprezza, da sempre, il  lavoro prezioso di Fusini, grande traduttrice e saggista.

Lucia Stellato formidabile  “padrona di casa”, (libreria Laformadelibro di Padova)  accompagna la presentazione con domande puntuali e stimolanti per l’autrice e per il pubblico online.

La presentazione in pillole

Lo schema del libro  lo  ha fissato la casa editrice. Il gioco consiste nell’offrire ai “readers” (in tempi di  dispute feroci  sullo schwa, preferisco usare il più inclusivo termine inglese per maschile e femminile) un libro dei giorni, delle ore, nella vita di Virginia. Lo scopo consiste nell’ aprire  la giornata con lei, cercando  di abbinarla al “suo giorno” tramite  le sue parole,  i suoi pensieri, le sue opere. Una specie di  “libro da comodino”-livre de chevet,  utile non già per abbandonarsi dolcemente al sonno, ma per svegliarsi, per aprirsi alla vita.

Un giorno all’anno con la Woolf, viene scelto  a volte riferendosi proprio ad una data significativa, a volte esprimendo un pensiero che riconduca a lei e stimoli la riflessione dei readers. Sempre comunque,  un qualcosa che faccia bene leggere, che sia cibo salutare per la mente  e per il cuore.

Prendiamo oggi, per esempio. È il 17 Febbraio  e la data coincide con l’uscita del suo  Monday or Tuesday (1921). Contestualmente esce una stroncatura feroce su un giornale prestigioso. Come reagisce Virginia?

  “Continuerò a scrivere quello che sento e mi va di scrivere. E questo è tutto”.

I luoghi di Virginia

Come incidono i luoghi nell’ispirazione  di Virginia? Questa domanda di Lucia Stellato è arricchita dalle immagini del bellissimo volume  sul giardino di Monk’s House, casa di campagna dei  Woolf. Tutto incide sulla genesi delle sue opere, perché tutto  rientra nel suo sguardo sulla vita, sul “globe” da toccare, da sentire, da vivere e respirare.

Fusini sottolinea che ciò che continua a stupirla di questa grande donna  è il coraggio e la determinazione di fronte a scelte difficili  e a situazioni  complicatissime. Resilienza? si, ma solo  fino  al momento  dello scoppio di una nuova feroce guerra mondiale. La prima l’aveva provata a fondo, la seconda le appare come un incubo che forse non vuole rivivere. E allora, addio mondo crudele!

La presentazione del libro di  Nadia Fusini  mi ha portato a riprendere in mano  un vecchio saggio  di Dorothy Brewster Virginia Woolf (New York  University Press,1962), acquistato durante i miei studi in quell’università. Ho  ritrovato tante suggestioni che ispirano anche il libro di Fusini. Mi piace riportare qui un  pensiero di Virginia sull’arte di scrivere e sulla relazione writer-content-life  e  writer-reader:

“She believed that any method was right, that expressed «what we wish to express, if we are writers; that brings us closer to the novelist’s intention, if we are readers». Life itself is the perpetual challenge to the novelist, life which is  «always and inevitably much richer than we who try to express it».The Novelist of today

Life is  a  Globe

Il Globe  (mondo, vita, terra, globo) è la vita stessa:

“I ask myself sometimes whether one is not hypnothised, as a child by a silver globe, by life; and whether this is living…I  should like to take the globe in my hands and feel it quietly, round, smooth, heavy , and so hold it, day after day». Diary. Nov.28,1928

Virginia Woolf è uno dei miei amori, letterari e umani. La mia tesi di laurea cercava di analizzare il “suo” femminismo. Allora il tema mi sembrò molto intrigante. Oggi, specialmente dopo la bellissima discussione con Fusini, mi sembra riduttivo. Virginia è molto, molto di più.

Un grazie speciale a Laformadelibro e a Lucia Stellato per aver organizzato  questo incontro bellissimo.