È una grigia domenica mattina di Novembre. La giornata inizia comunque con un bel rito condiviso: la colazione. Vladimiro si è alzato prima di me, ha preparato la tavola e nell’attesa che arrivassi io si è messo a leggere il suo romanzo del momento: ORIZZONTI di Wilbur Smith (Ce n’è già un altro in attesa. Abbiamo perso il conto di quanti romanzi dell’autore ha letto!)
Scendo poco dopo. La casa è silenziosa e accogliente, ma ancora in penombra. Spalanco le persiane. A Novembre ho bisogno di luce che faccio entrare in casa da ogni finestra, per tutto il dì. Vadimiro è lì che mi aspetta, sta leggendo. Ci accingiamo a fare il nostro pieno di caffè, yogurt e cereali e non so se dargli subito la brutta notizia Ma sì, tanto oggi ne parleranno tutti i giornali e le televisioni.
“Wilbur Smith è morto!”
Se n’è andato lasciandoci in eredità il dono prezioso delle sue storie emozionanti. A un certo punto, durante il secondo caffè, Vladimiro chiude il Kindle con le lacrime che stanno per inondargli gli occhi. Mi faccio raccontare la scena che ha scatenato tale reazione e capisco tutto.
Padre e figlio si sono salutati e forse non si rivedranno più. Il figlio, inseguito dai nemici, fugge verso la vita e l’amore, il vecchio padre gli consegna l’eredità e tutti beni di cui potrà aver bisogno nel viaggio. Gli consegna anche tutti i consigli e le raccomandazioni che i genitori dispensano ai figli nel momento del distacco. La scena è talmente efficace che Vladimiro la interiorizza, lasciandosi toccare il cuore. Il flusso emozionale riparte.
Questo è l’effetto che i romanzi di Wilbur Smith producono sul lettore. Arrivederci Maestro alla prossima storia e alle prossime grandi emozioni!
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