Il Ballo di Irène Némirovsky mi aspettava da tempo, da quando Suite Francese mi ha folgorato con la sua bellezza.
All’uscita dalla mostra della Collezione Ordrupgaard su Gauguin e l’Impressionismo, faccio un salto da Feltrinelli, è lì a due passi da Palazzo Zabarella. Durante il solito giro esplorativo getto lo sguardo su questo o su quel libro, ne tocco alcuni, sbircio tra le pagine. Mi guardano ansiosi e sembrano dirmi:
“prendimi con te, ti farò felice…”
All’improvviso, una romantica copertina rosa antico occhieggia maliziosa tra le altre:
“Ehi, è arrivato il mio turno, finalmente!”
È Irène che mi invita al Ballo! Ed io accetto lusingata.
Il Ballo ruota intorno all’organizzazione della prima grande serata mondana in casa Kampf, borghesi “arricchiti” in spasmodica ricerca di riconoscimento sociale. Unico grande ostacolo ai riti che la signora Kampf vuole imporre alla famiglia è la giovanissima Antoinette con le sue bizze di adolescente.
Nel racconto, autentico gioiello risplendente di tensione narrativa, parole sapienti, guizzanti e potenti, si incontrano e si scontrano le età conflittuali di una donna: l’adolescenza inquieta di Antoinette, la maturità insoddisfatta di mamma Rosine. Quanti comuni tormenti, lacrime versate, desideri insoddisfatti, battiti del cuore! E tuttavia il tempo scorre diversamente per le donne Kampf, batte il suo ritmo inesorabile tra il buio passato-presente di Rosine e il roseo futuro di Antoinette.
“La signora Kampf entrò nello studio chiudendosi la porta alle spalle così bruscamente che tutte le gocce di cristallo del lampadario, mosse dalla corrente d’aria, tintinnarono d’un suono puro e leggero di sonagli. Ma Antoinette aveva continuato a leggere, china sullo scrittoio tanto da sfiorare la pagina con i capelli. La madre la osservò un istante senza parlare, poi le si piantò davanti a braccia conserte. “Potresti anche scomodarti quando vedi tua madre, bambina mia!” la sgridò.”Non ti pare’ Hai il didietro incollato alla sedia? Che modi raffinati…”
Tutto accade sotto lo sguardo ironico e talora sarcastico di Irène Némirovsky, che non riesce tuttavia a nascondere la sua vena di umanità e comprensione nei confronti delle due protagoniste femminili: una madre e una figlia in disperata ricerca di amore.
Assaggi
Adolescenza felix…-“Nessuno le voleva bene, nessuno al mondo…Ma non vedevano dunque-ciechi, imbecilli- che lei era mille volte più intelligente, più raffinata, più profonda di tutti loro, di tutta quella gente che osava educarla, istruirla…Arricchiti volgari, ignoranti…Ah, come aveva riso di loro tutta la sera! E loro naturalmente non si erano accorti di nulla…Poteva piangere o ridergli sotto gli occhi, non la degnavano di uno sguardo…[…] Felice…Felice…preferirei essere morta e sotterrata”34-35
Gioielli-“I gioielli…Ne aveva uno scrigno pieno…Kampf diceva che erano l’investimento più sicuro. Mise la lunga collana di perle a doppio filo, tuttti i suoi anelli, i bracciali con diamanti enormi che le imprigionavano le braccia dai polsi fino ai gomiti; poi appuntò al corpetto un grande pendente ornato di zaffiri, rubini e smeraldi. Rutilava, scintillava, come un reliquiario” 62
L’ impietoso scorrere del tempo-“Rosine batteva i denti come in preda alla febbre. Le undici meno un quarto. Le undici meno dieci. Nel salone vuoto una piccola pendola suonò a brevi rintocchi concitati, dal timbro argentino, vivace e limpido; quella della sala da pranzo rispose, insistente, e dall’altro lato della strada un grande orologio, sul frontone di una chiesa, batté le ore con lentezza e gravità, ma via via sempre più forte..”74
Bellissimo romanzo molto educativo. 😀😘
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