Salinas_La voce a te dovuta

Mi capita tra le mani  un libro di poesie di Pedro Salinas (Madrid 1891 – Boston 1951) La voce a te dovuta, Einaudi 1979, forse di Stefania.

La voz a ti debida (1933) è un canzoniere  semplice e complesso nello stesso tempo, fatto di corpi, anime, fantasmi e ombre, di luce smagliante e calda. Immagini  di mani e occhi e presenze/assenze.

Leggo e penso  che non ho mai amato molto leggere libri di poesie, specialmente quelli tradotti e tuttavia mi lascio catturare dalla fluidità di queste immagini. Scavano dentro. Forse la doppia lettura mi aiuta.

III.

Al di là di te ti cerco.

Non nel tuo specchio

E nella tua scrittura,

nella tua anima nemmeno.

Di là, più oltre.

 

 

LIX

A te si giunge solo
attraverso di te. Ti aspetto.

Io certo so dove sono,
la mia città, la strada, il nome
con cui tutti mi chiamano.
Ma non so dove sono stato
con te.
Lì mi hai portato tu.

Come potevo imparare il cammino
se non guardavo altro
che te,
se il cammino erano i tuoi passi,
e il suo termine
l’istante che tu ti fermasti?
Cosa ancora poteva esserci
oltre a te offerta, che mi guardavi?

Ma ora,
quale esilio, che assenza
essere dove si è!
Aspetto, passano i treni,
il caso, gli sguardi.
Mi condurrebbero forse
dove mai sono stato.
Ma io non voglio i cieli nuovi.
Voglio stare dove sono già stato.
Con te, tornare.
Quale immensa novità
tornare ancora,
ripetere, mai uguale,
quello stupore infinito!

E finché tu non verrai
io rimarrò alle soglie
dei voli, dei sogni,
delle scie, immobile.
Perchè so che là dove sono stato
né ali, né ruote, né vele
conducono.
Hanno tutte smarrito il cammino.
Perchè so che là dove sono stato
si giunge solo
con te, attraverso di te.