Agosto 2006-Regalo di compleanno di un’amica che “apprezza” Antonio Caprarica e il suo stile.
“Non c’è niente di così cattivo o di così buono che non troverete gli Inglesi fare. Ma non troverete mai un Inglese in torto. Fa tutto per principio.” George Bernard Shaw, The Man of Destiny
Il linguaggio del corpo è sorprendente! Leggendo Dio ci salvi dagli Inglesi…o no!? non posso fare a meno di visualizzare l’autore mentre, vestito in modo molto elegante, personale e colorato(ah! le sue flashing cravatte e sciarpe!)snocciola gustosi episodi su questo o su quell’aspetto so peculiar della vita britannica .
Nel libro tuttavia, manca proprio quel corpo, quel codice, quegli occhi ammiccanti e quella voce soft, a tratti posh, sempre molto convincente.
I siparietti che ho appena finito di leggere non mi convincono più di tanto. Frutto di un accurato “sbobinamento” dei collegamenti da Londra, non riescono a incidere, una volta trasformati in parola scritta. In più mi sembrano abbastanza scontati, triti e ritriti. A volte noiosi, quando sono affogati in dati, cifre e statistiche. Il giornalista è sempre lì.
L’ostentata vena critica e ironica simil-socialista si scioglie come neve al sole quando Antonio diventa protagonista orgoglioso di episodi che lo portano a contatto con i Reali… Il fascino dalla corona, della nobiltà e dei riti Britannici lo investono in pieno facendone uno dei tanti adoratori da tabloid dell’Impero.
Ma i collegamenti televisivi, nella loro immediatezza e corporeità comunicavano tutt’altra cosa, o meglio, Antonio con il suo modo speciale di porsi, faceva del racconto parlato di quei tre minuti da Londra un evento “regale”!
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