“L’Unione Europea ha proclamato il 2012 Anno europeo dell’invecchiamento attivo e delle solidarietà tra le generazioni.
L’anno offrirà l’occasione per sostenere gli sforzi degli Stati membri, delle autorità regionali e locali, delle parti sociali e della società civile per promuovere l’invecchiamento attivo e la solidarietà tra le generazioni e sfruttare maggiormente il potenziale delle generazioni del baby-boom.
Obiettivo dell’Anno è la promozione di una cultura dell’invecchiamento attivo che valorizzi l’utile contributo degli anziani alla società e all’economia, favorendo opportune condizioni di lavoro, di partecipazione alla vita sociale e di vita sana ed indipendente.
In tale quadro, la solidarietà e la cooperazione tra le generazioni rappresenta un elemento trasversale che sottende le azioni e le attività di sensibilizzazione sul tema.
Per la promozione e lo svolgimento delle attività dell’Anno 2012, ogni Stato Membro si avvale di un organismo di coordinamento a livello nazionale. Per l’Italia, il coordinamento nazionale è svolto dal Dipartimento per le Politiche della Famiglia che assicura un raccordo tra le amministrazioni interessate e tutti gli altri attori coinvolti per la programmazione delle attività nazionali.”
Non ricordavo di aver scritto alla Presidenza del Consiglio sull’anno dell’invecchaimento attivo (l’età, la palese grafomania…) e dunque oggi sono stata piacevolmente sorpresa dalla risposta della dottoressa Matarazzo (Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le politiche della famiglia) che mi ringrazia dell’interessamento e mi propone di tenere d’occhio le iniziative e le possibilità di partecipazione segnalate nel sito dedicato. Lo farò e cercherò di capire bene come “attivarmi”.
Non è facile per gli anziani collocarsi in una società decisamente giovanilista nello spirito (meno nell’attenzione vera ai giovani) sebbene “vecchia” per anagrafe. Non è facile per varie ragioni. La cosiddetta baby-boom generation avverte sulle proprie spalle il peso e la responsabilità delle condizioni critiche in cui versano i nostri giovani, per i quali non è riuscita a costruire una società giusta e fertile che li aiuti a realizzarsi. E quasi vivendo una forma di espiazione, assume sempre di più il ruolo di genitori-nonni-welfare.
“Per Lidia Ravera, che aveva 25 anni quando uscì il suo Porci con le ali, manifesto della rivoluzione sessuale, i baby boomers continuano a essere «gli irriducibili della democrazia». Possono ancora insegnare tanto ai giovani, perché sono stati
«protagonisti della propria crescita: non subiscono il destino e per forza, impegno e rigore sono un modello per le generazioni future»[…]una generazione fortunata: abbiamo avuto la misura e la conferma della nostra forza: combattevamo per il divorzio? E divorzio fu. Per l’aborto? Ci fu la legge. In questa società depressa i giovani hanno smesso di lottare».Il Sole 24 ore.com
