I.Tuti-RISPLENDO NON BRUCIO. Due indagini parallele, tra intrighi e Resistenza nella Seconda Guerra Mondiale


Johann e Ada Ademi sono due medici, padre e figlia, inghiottiti dalla ferocia della dittatura nazifascista. Entrambi si ritrovano per ragioni diverse, e per certi versi incredibili, ad investigare su alcune morti sospette: Johann sull’apparente suicidio di un giovane ufficiale tedesco nel castello di Kransberg, rifugio di Hitler nelle fasi finali della sua guerra contro il mondo; Ada sulla violenta aggressione di Margherita Gregori, figlia della sua cara amica Eleonora, appartenenti ad una potente famiglia triestina. Su consiglio del Kommandant Veil Seidel, già studente di Ademi all’Università, il dottore, ritenuto il migliore nel suo campo, viene trasferito da Dachau, dove era internato, a Kransberg perché proceda a una indagine approfondita sulla morte del giovane ufficiale. Non è tollerabile che nel rifugio di Hitler si verifichi un evento mortale dai contorni dubbi, che mette in pericolo la sicurezza del Führer. L’ indagine è piena di sfaccettature  e di scoperte, una sorta di viaggio obbligato all’interno e all’esterno dell’animo umano dove  la lotta per la sopravvivenza è lo spirito guida. Anche l’indagine di Ada è un viaggio simile a quello del padre. Questi due percorsi sembrano ricucire simbolicamente un legame laceratosi negli anni. 

Luceo non uro: “Risplendo, non brucio. Un motto caro a suo padre, ma a lei, spaventata e sola, era sembrato talmente misero e presuntuoso in quel frangente che era stata sul punto di farlo a pezzi e gettarlo, e con esso gettare ogni briciola d’affetto rimasto. Suo padre, che credeva internato e morto da tempo, aveva trovato il modo per comunicare con lei in mezzo a una guerra mai vista prima dall’umanità e tutto ciò che aveva pensato di mandarle era un monito. Solo ora, così vicina alla morte e a compiere l’atto ultimo di una tragedia che avrebbe richiesto l’estremo sacrificio, Ada finalmente lo comprendeva. Non era un monito, era il testamento di un uomo che sapeva di dover morire e che le chiedeva di vivere pienamente, ma di non rinunciare mai alla propria integrità, di attraversare le avversità e i pericoli senza soccombere a compromessi morali. In quella regola di vita risiedeva il suo amore.  Ada chiuse un attimo gli occhi. Bruciavano p.304

La dottoressa Ada ha un bambino nato con una piccola  deformità. Lo tiene nascosto presso una balia fidata per sottrarlo  alle “amorevoli” cure dei nazisti che, se lo trovassero, lo eliminerebbero immediatamente in nome della purezza della razza ariana. Marco, il marito di Ada, è in guerra non si sa dove e non sa di essere padre.   

Risplendo non brucio ha di fatto tutte le caratteristiche dei romanzi noir di IlariaTuti, e per questo motivo va letto senza che si riveli altro sulla trama e sui personaggi. Sull’ambientazione conosciamo già molte cose. Trieste, Slovenia, Yugoslavia, campi di sterminio, Berlino sono i luoghi funestati dall’orrore scatenato dai nazifascisti e dai feroci titini, che resero le foibe macabri luoghi di vendetta.

 “Ada si voltò su un fianco e chiuse gli occhi, stremata. si lasciò cullare dalle loro voci e dall’andatura del carretto. Sentiva l’ asprezza di quella terra sotto le ruote, la roccia nascosta dall’erba. Si chiese se il sangue versato negli anfratti sarebbe mai diventato humus fecondo.  Per il momento, l’unica cosa di cui era certa era che l’oppressione generava morte e la morte odio, e l’odio altra morte ancora, tingendo di nero l’anima degli uomini. Quel nero, prima o poi, si sarebbe tramutato in vergogna?” p.291

Il romanzo è scritto in modo sapiente e coinvolgente, anche se a tratti, dilata lo svolgersi degli eventi. Nel  complesso risulta convincente l’operazione di incastro tra riferimenti storici e pura invenzione narrativa.

La figura della dottoressa Ada fa tornare alla mente il bellissimo romanzo di Tuti: Come vento cucito alla terra, ispirato alla vera storia delle prime donne chirurgo durante la Grande Guerra._(qui la mia recensione) 

Assaggi

Ad alta voce:  Bambini adulti  p.179 

Lingue proibite: “Cercò le frequenze della radio inglese, ma il segnale era muto. Capitava come capitava alle emittenti che trasmettevano in lingua slovena nei territori italiani. I tedeschi lo permettevano, pretendevano ordine e obbedienza, ma alle minoranze, di tanto in tanto elargivano qualche concessione. I fascisti, invece, si opponevano con violenza. A una cena a Villa Gregori Ada aveva sentito il prefetto Coceani lamentarsi della musica e dei canti in lingua slovena che si udivano per le vie di Trieste. Per lui e per i suoi era inaudito. Sui muri di case e negozi di città e paesi, chiese e uffici erano quindi spuntati manifesti che proibivano l’uso dello sloveno, firmati dal Comando Squadristi 

NOI SQUADRISTI CON METODI PERSUASIVI FAREMO RISPETTARE IL PRESENTE ORDINE .

Così quei canti si erano a poco poco spenti in un clima di terrore e sospetto. La chiamavano italianizzazione.” p83

Resistere con ago e filo: “Donne e uomini liberi, appartenenti a diverse scuole di pensiero ma uniti nell’intento di libertà, lottavano randagi sul Carso aspro, nelle pianure friulane e nei boschi della Carnia. Erano aristocratici, operai, socialisti, cattolici, comunisti, analfabeti e professori, preti e laici, e resistevano pagando il prezzo di essere strappati alle proprie vite, case, famiglie.  lei cuciva, rammendava e lavorava a maglia tra le pareti di casa. Non era l’unica a farlo, erano tante donne, ma l’impegno doveva essere solitario. La resistenza non si fa solo con un fucile tra le braccia, la incoraggiava la madre della sua amica Lidia, disfacendo il corredo della figlia. Si resisteva in silenzio anche con ago e filo, e filn biancheria intima tramutata in bende.Fedora era quanto di più vicino a una madre che Ada avesse trovato lontano dalla propria, ma nemmeno lei sapeva di suo figlio.” p.84 

Lo spartito misterioso: “«Buona fortuna» disse a tutti i loro congedandosi, ma Holmes lo richiamò. aperte «L’ abbiamo sentita suonare il violino.» Johann non seppe che cosa replicare, Allora l’altro continuò. «Persino le SS di ronda si sono fermate ad ascoltarla.» Fece cenno a uno dei suoi di fare un passo avanti. «Se permettete, Thomas vorrebbe omaggiarla di uno spartito scritto da lui tra queste quattro pareti.» Thomas era un aviatorino con il viso punteggiato di lentiggini fino alle orecchie che avrà avuto s e no vent’anni.Gli porse i pochi fogli tenuti insieme da una graffetta. «Mi sono ispirato a sentimenti di libertà e perseveranza» spiegò. «Studiavo composizione al conservatorio, prima di arruolarmi»Johann lo accettò, ma i fogli passarono direttamente nelle mani di Ilse. «Le consegnerò al professore dopo un controllo approfondito» assicurò con un sorriso. Non ci avrebbe messo molto, pensò Johann. Gli era bastato un’occhiata per capire che la composizione era poco più di una ballata, ma ringraziò il ragazzo e quegli uomini con calore e gratitudine sincera.»” p.175