Han Kang – LA VEGETARIANA. “Tutta la vita è sogno, e i sogni, sogni sono”

“Cos’è la vita? Un delirio. Cos’è la vita? Un’illusione, un’ombra, una finzione, e il bene più grande è piccolo: che tutta la vita è sogno, e i sogni, sogni sono.”Pedro Calderón de la Barca (1635)

La storia è essenziale: Yeong-hye decide di smettere di mangiare carne a causa di un sogno, dice lei.

“L’odore di carne bruciata, che i semi di perilla non mascheravano del tutto, mi pizzicava il naso. Ricordo i due occhi che mi avevano guardato mentre il cane continuava a correre, mentre vomitava sangue mescolato a bava, e che dopo mi era sembrato affiorassero fugacemente sulla superficie della zuppa. Ma non mi importa. Davvero non mi importava.” 

Questa scelta diventerà radicale nel tempo, quando Yeong-hye decide di non mangiare più non solo carne, ma anche altro cibo, quasi a voler scomparire o diventare albero. In seguito a questa decisione la vita di Yeong-hye, di sua sorella In-hye, del marito e del cognato subiscono un cambiamento anch’esso radicale. Mentre quella del padre padrone e della madre complice rimane immutata.

Yeong-hye provoca dunque un terremoto che porterà la sorella maggiore a prendere decisioni che mai avrebbe preso se non ci fosse stata la “stramba storia” di sesso, pittura e fiori colorati sui corpi della sorella e del di lei marito, bizzarro  videomaker di professione. Dal male il bene?

Durante la lettura non ho potuto fare a meno di pormi delle domande: qual è l’origine delle scelte di Yeong-hye? Paura? Desiderio profondo di diventare tutt’ uno con la natura? Insoddisfazione? Istinto omicida/suicida? Disturbo alimentare? Anoressia schizofrenica? Turbe dell’infanzia? Follia? Non è fondamentale  rispondere. I comportamenti parlano chiaro.

Anche la sorella In-hye se ne pone tante di domande. Ripercorre la sua infanzia e si rivede come vice madre, rispettata e temuta dal padre dispotico che, invece, attacca l’anello debole della famiglia: Yeong-hye, la sorella minore che subirà traumi profondi, forse concausa delle sue scelte future.

Yeong-hye e In-hye: due donne, un ‘unica entità sofferente in un mondo dove gli uomini mostrano tutta la “pochezza” del loro mondo, racchiuso in uno sterile esercizio di potere tramite il sesso inconsistente e rabbioso, schiaffi e botte gratuiti, sguardi a corto raggio.

La soluzione dei problemi di Yeong-hye è la fusione con la natura? Diventare albero, confondersi nel verde avvolgente della foresta?  Impressionante è la scena in cui  Yeong-hye sta a testa in giù per lunghissimi minuti  e poi spiega alla sorella di aver capito che la ”testa” degli alberi non è la chioma ma le radici che decidono della sua vita e della sua morte.

«Io non lo sapevo. Pensavo che gli alberi stessero a testa in su… L’ho scoperto solo adesso. In realtà stanno con entrambe le braccia nella terra, tutti quanti. Guarda, guarda là, non sei sorpresa?» Yeong-hye era balzata in piedi e aveva indicato la finestra. «Tutti quanti, stanno tutti a testa in giù.» Era scoppiata in una risata incontenibile, e a In-hye erano tornati in mente alcuni momenti della loro infanzia in cui la faccia della sorella aveva esattamente la stesa espressione. Momenti in cui i suoi occhi dalla palpebra singola si restringevano e diventavano completamente neri, e dalla sua bocca prorompeva quella sua risata innocente. «Sai come l’ho scoperto? Be’, ho fatto un sogno, e stavo sulla testa… Sul mio corpo crescevano le foglie, e dalle mani mi spuntavano le radici… E così affondavo nella terra. Sempre di più… Volevo che tra le gambe mi sbocciassero dei fiori, così le allargavo; le divaricavo completamente…» Sgomenta, In-hye aveva guardato gli occhi esaltati della sorella. «Devo dare acqua al mio corpo. Non ho bisogno di questo genere di cibo, sorella. Ho bisogno di acqua.»

Sogni

 Il sogno attraversa le vite degli umani, ma dove comincia il sogno e quando diventa realtà? Certamente il buio della notte è complice dei tormenti delle sognatrici. Anche In-hye,  che non aveva mai creduto che un sogno avesse orientato la scelta vegetariana della sorella, comincia a vivere sogni inquietanti e lo comunica a Yeong-hye. Lo fa in un momento particolare in cui la sorella sembra vicinissima alla morte. Quasi come una confessione. Yeong-hye viene trasportata in barella all’ospedale di Seul dopo che i medici dell’ istituto psichiatrico hanno riconosciuto la loro incapacità di gestire i problemi della donna, che diventa molto violenta e vigile quando la si vuole sottoporre a trattamenti di alimentazione forzata.

In questo romanzo  Han Kang mette a nudo le vulnerabilità dell’essere umano, le sue dinamiche interiori e la sue profonde connessioni con il mondo e la natura. E tratta temi, come la corporeità, l’alienazione e le regole sociali invisibili, che rendono la sua narrazione innovativa e sfidante, in uno stile in cui il classico e il contemporaneo, l’Oriente e l’Occidente si fondono rendendo l’autrice una voce letteraria globale, fino al riconoscimento massimo: il premio Nobel per la Letteratura.

Nonostante la durezza del contenuto questo romanzo è travolgente ed esige una lettura ininterrotta che tiene incollati ai personaggi durante il loro devastante percorso esistenziale, fino alla sua conclusione.

Ma sarà davvero la chiusura del cerchio?

Han Kang

Il  Nobel per la Letteratura del 2024 è andato alla scrittrice sudcoreana Han Kang, che l’Accademia di Svezia ha voluto premiare per “la prosa intensamente poetica che si confronta con i traumi storici e che espone la fragilità della vita umana”. In effetti, nel corso della sua carriera – iniziata nel 1993, a ventitré  anni, con un libro di poesie –, Han Kang ha descritto con peculiare finezza e lievità la coercizione del pubblico sul privato, del chiassoso sul silente, dell’aggressivo sul mite. 

Il suo romanzo più famoso è La vegetariana, pubblicato in Corea del Sud nel 2007 e vincitore, nel 2016, del Man Booker International Prize, uno tra i premi letterari più noti e prestigiosi al mondo… Lucy sulla cultura