Sto cercando di mettere insieme, razionalmente, le emozioni contrastanti del post-voto di Febbraio, anche se non è facile.
Sono una “consolidata” elettrice del Centro-Sinistra. Ho votato con gioia e forse, ingenuità, alle primarie e mi sono illusa, spinta dall’ottimismo della ragione, che ce la potessimo fare. Ma non ho fatto i conti con l’altra faccia della medaglia: l’irrazionalità del nostro essere umani.
A cominciare dal refrain odioso
siamo in campagna elettorale!
Leggi: possiamo sparare sul cervello spappolato di questa massa informe tutte le più ignobili cavolate. Se le berranno tutte! Sono ormai stremati, senza speranza, rimbambiti e persi. Noi accendiamo una lucina, li facciamo votare e poi si vedrà…
Dopo, il voto, la lucina si è spenta per tutti. Ora vanno blaterando che la situazione è seria e che la governabilità è il valore principe che deve guidare uomini e donne di buona volontà. Che grandi statisti!
Bersani ha sbagliato. Ecco che tornano gli sciacalli ad addentarlo. Ma allora, lui era l’uomo solo al comando? Ha sbagliato a dire la verità o a masticare una mezza bugia (leggi ticket), in modo poco convincente? Io sono rimasta molto colpita dal suo intervento assetato! Mi è sembrato davvero in grande difficoltà, ma l’uomo rimane quello, rimane una persona seria. Ha sbagliato strategia? Forse, ma non da solo.
Non ho mai pensato di votare Movimento 5 Stelle e ho sempre trovato un pò inquietante la coppia Casaleggio-Grillo. Mi piacciono però i Grillini. Sono persone che nessuno avrebbe mai mandato in Parlamento se non ci fosse stato Grillo. E dico nessuno avrebbe mai mandato, perchè da qualche anno, funziona così, i capi ti nominano: “tu sei dentro, tu sei fuori!”. Pensandoci bene, però, anche Grillo…
Comunque, voglio accettare l’invito che un vecchio elettore di Sinistra mi fece nella sezione del mio paese durante le ultime primarie, anche se lui si riferiva a Renzi:
“diamo fiducia ai giovani”
Io credo che con loro si possa discutere, anche perchè nonostante spingano, naturalmente, per farsi largo e mettere da parte i “vecchi”, capiscono bene che proprio da molti vecchi può venire un grande aiuto: quello della conoscenza, dell’esperienza, del rispetto e dell’accoglienza umana.
L’analisi potrebbe e dovrebbe continuare, ma non ho gli strumenti adatti. Posso solo riassumere con una constatazione: il tipo di vecchiaia che queste elezioni hanno fatto affiorare, non mi piace e allora, davvero, “largo ai giovani di cuore, di testa e di età.” Abbiamo bisogno di misure immediate, ma anche di una visione globale dei bisogni del nostro paese se vogliamo contribuire a modificarlo e migliorarlo.
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