Devastante l’impressione che questa immagine produce su chi la guarda. Siamo in America o in qualche film catastrofico post-fine del mondo civile? Quelli che vengono “trattati” sono esseri umani o blatte? Neanche con i terribili cockroaches si agisce così. Quando te li vedi davanti, questi esseri disgustosi, rossi o neri, immobili, le antenne vibranti, quasi in attesa di attaccare o di fuggire, perdi un pò del tuo sangue freddo e pensi: “ma che lotta impari è mai questa?” Il tuo spray si paralizza tra le mani e a volte rinunci o fai rumore per vederli scappare e tentare di colpirli lasciando loro qualche chance di salvezza.
Le strade di New York negli anni ’80 (da allora non sono più tornata lì) erano impregnate di vapori filtranti dai tombini e dall’odore nauseante del simil-Baygon contro miliardi di scarafaggi acquattati dappertutto, persino nel letto del Dormitory della NYU, dalla quale, dopo il mio periodo di formazione , sono letteralmente fuggita per non risvegliarmi più con qualche animaletto accanto.
Detto questo, torno all’uomo, al poliziottone, ridicolmente armato di bomboletta che spara rosso fuoco contro quel “mucchietto selvaggio” di giovani, che, appoggiati gli uni agli altri, bloccano la strada. Lui in piedi, loro giù, fisicamente e psicologicamente, in un conflitto paradossale alla Don Quixote.
No, non è una farsa, non fa ridere nè sorridere, specialmente se accanto a questi giovani collochi i milioni di altri manifestanti in giro per il mondo che continuano, o tornano, a far sentire le loro ragioni: da Madrid nel giorno delle elezioni politiche, a New York, in Egitto in questa lunga fase pre-elettorale, in Siria, tra sangue e indifferenza.
No, non è cosi che uomini civili, cittadini di paesi che si considerano l “casa” della civiltà e della democrazia, si comportano. Ma cosa sta succedendo all’America?
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