10 Novembre 2011, mi accingo a compilare il questionario on-line. Preferisco così, più veloce, leggibile, al passo con i tempi. Mi sento un cittadino consapevole, mi fa bene pensare che posso non usare la carta, non andare al Comune, non avere a che fare con uffici e impiegati, insomma Brunetta mi direbbe: “Bravo, questa è modernizzazione!
Recupero il codice ISTAT, recupero la password (Box grigia in basso a destra che un povero anziano non legge bene, fondo grigio, numeri grigioscuro…), va bene, superato il passaggio delle 14 lettere, maiuscole+minuscole+ numeri… Salta la scritta malefica: Password errata!
Riprovo, forse ho sbagliato la successione alfanumerica maiuscolaminuscola…
Nooo! Ancora password errata.
Leggo che esiste un numero verde di supporto, bene, chiamo subito e mi accingo ad aspettare al suono della solita musichetta e invece no, sorpresa! Questa volta, dopo pochi secondi parlo con l’operatore N.10378 e udite, udite risponde al mio quesito con : “Signora deve andare in Comune a farsi dare una nuova password oppure portare il cartaceo!” Cosaaaa? Rispondo: “ma non avete previsto un sistema di recupero password on-line?” Anche il sito più banale prevede questo passaggio. L’ISTAT, in nome della tanto sbandierata (promessa Berlucobrunettiana )sburocratizzazione, digitalizzazione e chi più ne ha più ne metta, non ha pensato a qualcosa di simile? No, come in un perverso gioco dell’oca ci fanno andare dal numero verde a due operatori e poi al Comune, vecchia stampella, sempre più malandata dei Good Old Times!
Non ci posso credere! Sono scoraggiata, ma in questi giorni la lotta contro lo scoraggiamento è continua. Forse questo del censimento è oggi l’ultimo dei problemi, ma davvero, ogni piccolo passo che il cittadino italiano deve fare è sempre accompagnato da un piccolo grande ostacolo da superare…
Le difficoltà rafforzano, soffrire in questa valle di lacrime porta in Paradiso ( beato chi ci crede). Coraggio, carta e penna e…si compila il questionario a mano, almeno al Comune ci andiamo una volta sola!
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