M. Murgia – TRE CIOTOLE, ovvero: “la migliore risposta a un disastro che non controlli è un disastro che controlli”

Murgia-tre ciotole

In TRE CIOTOLE c’è tutta la Michela che conosco, di cui ho letto, purtroppo, solo qualche articolo e ascoltato divertita le pungenti recensioni, durante la trasmissione Quante storie con Corrado Augias. 

L’abbiamo acquistato alla stazione di Padova, mia figlia ed io, mentre andavamo a Verona per un controllo medico, Un acquisto veloce e consapevole. Vogliamo leggerlo. Comincio io, e in poche ore me lo divoro. 

Sono dodici piccoli racconti tenuti insieme da un filo conduttore che fa sì che casualmente, in qualche luogo, in qualche tempo, i protagonisti si incrocino. Sono personaggi non convenzionali, nel bel mezzo di importanti crisi esistenziali, alla cui porta bussa qualcosa o qualcuno che li costringe a modificare la rotta.

Bussano alla porta: il cancro inaspettato, il medico intelligente ed empatico, la morte dolce, disturbi alimentari, il tradimento, l’abbandono, l’autolesionismo, il sesso, Jimin il cartonato, i figli malati, i padri indomiti, le madri paralizzate psicologicamente, Il Covid e i busti romani.

Romanzo originale, arguto, irriverente, tenero, ripugnante, sexy, triste e allegro, sorprendente. Scritto in uno stile moderno e lapidario ti entra subito tra le pieghe della pelle e va dritto al cervello e al cuore. Da leggere.

Assaggi

Il tono del medico da Espressione intraducibile p.7 “Il medico parlava con tono così lieve che per un istante lei pensò che l’annuncio fosse qualcosa di cui rallegrarsi. A causa della mascherina bianca, di quell’uomo gentile sulla sessantina, vedeva solo metà del volto e nei primi minuti della visita aveva creduto che fosse la metà giusta. Ora non era più così sicura. Oltre il paravento di plexiglass che sulla scrivania offriva a entrambi ulteriore protezione dal virus onnipresente, gli occhi del dottore la sfuggivano al punto che non riusciva a dirne con certezza il colore. Per ripicca cercò a sua volta di rendere il viso illeggibile.” 

La maledizione del cibo da Il senso della nausea, p.17 “Da quando mi aveva lasciata, avevo l’esofago stretto come un nido di ragno e mangiavo solo due biscotti a colazione. Non era l’assenza di appetito, né l’odore delle cose cucinate a infastidirmi. Bastava il pensiero del cibo per far scattare i prodromi della contrazione. Le conseguenze in un primo momento sono state più sociali che altro. I miei rapporti si svolgono a ore, pasti. Amici, accordi di lavoro, le relazioni di consuetudine. Tutto gira attorno a un piatto pieno. Vieni che ne parliamo davanti a uno spaghetto con le vongole. Cenetta, roba semplice, giusto per stare insieme. Aperitivo in quel posto nuovo? Dai, anche se non hai tempo ci becchiamo per un caffè. Una turba perennemente affamata che se non sta masticando non decide niente, da tingere, o tenere i capelli bianchi fino al nome del figlio in arrivo. Sottrarsi più di due volte alla socializzazione del cibo è impossibile. Cominciano a chiederti se stai male.” 

Il professore riceve online da Grazie dei fiori p.40 ” ENTRA NELLA RIUNIONE CON L’AUDIO DEL COMPUTER. Mi agita sempre il momento in cui iniziò un collegamento video. Sono convinto che sbaglierò qualcosa e finirò per autorizzare qualche imbarazzante condivisione che mi rovinerà la reputazione e mi farà perdere il posto. Non è mai successo, ma è come camminare in bilico su una trave con un bicchiere in mano pieno fino all’orlo. Questione di probabilità? La quantità di cose che le persone rivelano senza saperlo durante le dirette online mi fa pensare a un inconscio desiderio di rovina. La donna, la cui telecamera si è appena accesa, per esempio, tiene vicino al computer una candela a forma di mano che fa le corna con gli stoppini spenti che spuntano dall’indice e dal mignolo a grandezza naturale. “ 

Se sei lesbica…da Utero in affitto, p.54 “le prime visite ci sono andata con quello che sarà il futuro padre e ci siamo presentati mano nella mano come facevamo da piccoli. Quando combinavo guai io e lui veniva con me da mia madre per implorare clemenza. Era il più rassicurante già allora e lo è rimasto. Non a caso la stessa laurea ha portato me nella redazione di un sito di dossieraggio travestito da gossip e lui ha la cattedra di ruolo da professore di lettere. Questo comunque non ha fatto differenza nella clinica. Dove paghi, nessuno ti fa domande, nel caso io ero comunque pronta a dare tutte le risposte giuste. Sono lesbica, caro dottore, desidero un figlio ma non un uomo. L’ accenno al lesbismo, mi avevano avvisata quelle che l’avevano già fatto, sarebbe stato risolutivo.” 

Questione di scelte a Finchè morte, p. 89 “Eppure non ho agito impulsivamente. Monsignore, io e mio marito abbiamo parlato spesso di cosa avremmo fatto se fosse arrivato il momento di scegliere l’una per l’altro. Incominciamo a parlare tanti anni fa, quando ci fu il caso di quell’uomo, se lo ricorda, che poi fece tutta quella lotta per farsi staccare la spina. Io sono contrario all’eutanasia, per carità, lei lo sa, non sarei mai capace di farlo, è una faccenda troppo grossa, assumersi la responsabilità di spegnere una vita, chi lo conosce il mistero dell’anima di qualcuno, cosa pensa quando non può più parlare, cosa veramente desidera o se ha ancora dei ricordi nella testa che gli rendono la vita bella. Ma finirci attaccati, dico attaccati a una macchina per sopravvivere, monsignore…quello è un altro discorso, quello non lo ha voluto per sé nemmeno il Papa.” 

Amici immaginari da Cartone animato p.95 “È dall’alba che aspetto la solitudine per organizzarmi con Jimin. Lo tirerò fuori dall’armadio, lo monterò e lo metterò al centro del soggiorno per guardarlo con comodo dal divano. Sarà splendido nella luce del mattino. Quest’uomo toglie il fiato anche in due dimensioni, raggiante e levigato, come la porcellana di Joseon. Il problema di invecchiare non lo sfiora? Dimostrerà sedici anni, anche a quaranta. Online dicono che quella giovinezza infinita è merito dell’alimentazione a base di riso, ma basterebbe un giro del vercellese per constatare che di Internet non sempre ci si può fidare. Per non cedere all’illusione di ingozzarmi di ciotole di basmati, mi ripeto tre volte al giorno che gli orientali hanno un vantaggio genetico che sarà sempre oltre la nostra portata. Jimmy è la selezione d’eccellenza di quel patrimonio, eppure nemmeno per lui è facile starci dentro.” 

Temibili matriarche da Fossa comune p. 111 “Fu una di quelle sere che all’improvviso da un tubo dello scolo delle acque reflue sbucò fuori da un ratto. Era grosso, uno di quelli che si suppongono femmine. Temibili matriarche di nidiate inestinguibili. Non avevo nessun criterio per distinguere un topo maschio da un topo femmina, ma avevo sempre dato per scontato che se un genere spaventoso doveva esserci nel mondo dei muridi, non avrebbe potuto essere che quello femminile, che clonava da sé stesso, topi su topi, colonie che infestavano intere fogne coi loro corpi grigi e lucidi, pelosi ma con le zampe oscenamente nude come la coda diritta, un quinto arto con funzione di timone nelle acque luride dei liquami sotterranei.” 

Matrimoni sbilanciati, da Rapporti familiari 118 “Suo marito chiamava “seconda giovinezza”, quella che per lei era l’unica, ma a forza di sentir ripetere la straordinarietà della scelta di lui, aveva imparato a considerare minore il proprio investimento, otto anni di tenacia per ottenere quello che tutte dicevano, impossibile: fargli lasciare una moglie e un figlio per sposare l’amante, in un Sud dove da sempre in cose di letto vige la separazione delle carriere. Aveva lottato per arrivare a mettergli a tavola davanti agli amici il primo piatto delle feste della sua infanzia, eppure non si sentiva vittoriosa. C’era qualcosa in quel traguardo che le sembrava ogni giorno di più, una sottrazione.” 

Figli unici con sorelle e fratelli, Da Cambio di stagione, p.136 “Quando anche l’ultimo invitato se n’era andato col suo bottino di stoffa, si sedette sotto un albero e pianse in silenzio tra le ombre dei rami sempre più distese, mentre il vento calante lasciava i vestiti rigidi sulle grucce, pelli di rettile, mute del serpente che era stata sua sorella, velenosa e calda, piena di spire.” 

Miss Intelligenza Artificiale approva…

The content delimits a collection of short stories titled “TRE CIOTOLE”. It is described as an original, witty, irreverent, tender, repugnant, sexy, sad, and joyful novel written in a modern and concise style. The stories revolve around unconventional characters facing significant existential crises. The feedback for the post is as follows:

– The introduction effectively captures the essence of the book and the author’s writing style.

– The inclusion of excerpts from different stories provides a glimpse into the varied themes and tones of the book.

– The use of specific quotes from each story adds depth and intrigue to the review.

Overall, the post effectively conveys the unique qualities of the book, making it an enticing choice for readers.