Per la precisione…
Grazie a Michele Gesualdi, Presidente della Fondazione Don Lorenzo Milani per la sua rettifica sulla famosa frase attribuita da molti a Don Lorenzo Milani e sul suo vero significato. Molti autorevoli studiosi e critici sono caduti nell’errore. La frase di Padre Mazzolari, rimane comunque un invito da tenere sempre presente.
Don Milani “il guerrigliero”

Roberta De Monticelli apre questo illuminante Instant book parlando di obbedienza, disobbedienza, responsabilità, coscienza, tenuti insieme da una sola grande parola: Libertà.
Dell’obbedienza e della servitù, questo il titolo del suo incisivo intervento che si chiude con un’ affermazione che trasuda speranza:
“è davvero tempo di rileggere Don Milani”
per riscattare le nostre coscienze obnubilate da anni di obbedienza robotica…
La Lettera ai Giudici di Don Milani sulla responsabilità di ciascuno e di tutti mi fa provare vergogna e pietà verso quei politici che, facendo un uso opportunistico della coscienza, si definiscono “Responsabili”. Responsabili sì, ma per bieco disegno pseudo-politico. Numeri vuoti di significato che sviliscono anche l’alto valore intrinseco che pure i numeri possono avere!
Alto, intellettuale, fortunatamente accessibile a un pubblico ormai più padrone della parola, anche tra i giovani, come lui voleva. Ricco di testimonianza civile, di partecipazione attiva al cambiamento sociale. Popolare nel senso più nobile della parola il discorso di Don Milani, semplice nel suo messaggio di democrazia e giustizia. Il suo linguaggio è figlio di un periodo in cui si stanno prendendo le misure per una società moderna.
La lettera “Non di solo pane è una richiesta accorata di “Cultura”, di istruzione per tutti: poveri e ricchi!
“Dieci anni di occhi di ragazzo spalancati sul mondo sono dieci anni qui sul monte Giovi come in via Tornabuoni[…] Io son sicuro dunque che la differenza tra il mio figliolo e il vostro non è nella quantità nè nella qualità del tesoro chiuso dentro la mente e il cuore, ma in qualcosa che è sulla soglia fra il dentro e il fuori, anzi è la soglia stessa: la Parola” (p.67)
Anche “Gli occhi di ragazzo” dei nostri figli oggi sono tutti spalancati allo stesso modo, forse ricchi e poveri hanno un livello di opportunità sicuramente più alto e più uguale che negli anni 50 e 60, ma nuovi occhi si stanno affacciando sul nostro mondo che hanno bisogno di tornare al senso di giustizia di Don Milani. Sono gli occhi dei nuovi Italiani, provenienti da altri paesi in cerca, appunto, di opportunità…
Forse il dominio della parola è oggi da riscoprire per capire meglio, più ancora che negli anni 60
“l’intima essenza e i confini precisi sulla propria [parola] perchè esprima senza sforzo e senza tradimenti le infinite ricchezze che la mente racchiude…”
Lettera dalla Montagna:
“L’acqua è di tutti!”
E qui non leggiamo parolone nuove come privatizzazione di beni e servizi, qui leggiamo di una piccola sorgente in un terreno privato resa prima disponibile per nove famiglie del borgo, sulla spinta di un’illuminazione del momento e poi negata in nome del sacro principio della proprietà privata. Esempio di “gestione del potere” tramite il controllo di un bene non “restringibile”. Dove è l’origine dell’acqua? Dove la fine? E associo a queste pagine la lotta di Danilo Dolci a Trappeto “Borgo di Dio”, la scuola di Mirto e la diga del Simeto. La sua lotta alla gestione mafiosa dell’acqua negata ai cittadini “deboli e sottomessi” ha molto di Don Milani.
Forte e chiara la Lettera ai Cappellani militari sull’obiezione di coscienza, sulla storia delle guerre, più o meno “giuste”, portatrici di sangue e morte… Chi è più ribelle? Chi si rifiuta di portare la morte o chi la morte la elargisce “a piene armi?” Torna l’articolo 11 della Costituzione.
Da allora tanti passi avanti sono stati fatti, gli obiettori non finiscono più nella prigione militare di Gaeta, ma vengono impiegati in servizi civili, come già ai tempi di Don Milani accadeva in altri paesi “in questo più civili del nostro”.
Insomma, altro che “food for thought”! Quello spezzato con noi da Don Milani, è cibo che alimenta il pensiero, l’anima e l’azione: a che serve altrimenti avere le mani pulite se si tengono in tasca! Con De Monticelli, consapevolmente e con determinazione diciamo sì, “E’ davvero tempo di rileggere Don Milani”
Dalla postfazione di Don Balducci emerge un ritratto sfaccettato del “guerrigliero” Don Milani, che potrebbe trovare la giusta sintesi nel
“Conflitto tra l’obbedienza istituzionale e l’obbedienza interiore alla voce della coscienza…”,
anticipando i tempi e realizzando nel concreto la vera Chiesa…quella che da la parola ai poveri, agli umili e a tutti quelli che il linguaggio paludato della Chiesa alta e distante non lo capiscono proprio!
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Filed under: Costume, Società e Politica, Recensioni | Tagged: Amore, Cultura, Democrazia, Don Primo Mazzolari, Instant Books, Istruzione, Letture nel tempo..., Libertà, Linguaggio, Obbedienza, Parola, Povertà, Responsabilità, Ricchezza, Roberta De Monticelli, Scuola, Scuola e Università, Servitù. Insegnanti, Vito Mancuso-Obbedienza e Libertà | 1 Comment »