Appuntamento alle 17.45 su RAI1. Tutti alla Scala di Milano per la prima della stagione lirica, con Madame Cho-Cho-san-Butterfly di Giacomo Puccini. Accendo il fuoco nel camino, mi faccio una bella tazza di te e mi predispongo all’evento.
Non avevo mai visto tutta l’opera. Ho provato emozioni forti ascoltando la musica che mi ha riportato in alcuni passaggi alla contemporaneità, tra melodie struggenti e stacchi quasi jazzistici.
Ho sorriso all’ironia amara che traspare dal ritratto del mondo americano e maschile, che Puccini ci propone.
Ho provato un nodo in gola alla meravigliosa ingenuità amorosa di Cho -Cho-san e al mondo delle illusioni in cui si è calata. Ho provato tenerezza per il bel bambino biondo verso il quale la mamma lancia acuti amorosi e sonori (Gli avranno messo dei tappi nelle orecchie? Un approccio al teatro, all’arte e alla musica per il bimbo certamenete di “grande impatto”)
La conclusione strepitosa del suicidio di Butterfly ha sospeso per un lungo attimo il respiro e l’attenzione. Poi, Pinkerton ha tolto la benda al pupo che ha cominciato a sorridere dolcemente, verso il babbo? verso la mamma giacente a terra? verso il pubblico in sala? Non so. Credo che la ripresa televisiva, forse inaspettatamente e frettolosamente, abbia contribuito a chiudere uno spettacolo magico in modo imprevisto.
E comunque è stato bellissimo! Come mi è piaciuta quest’opera!
Ed ora con Cho-Cho-san-Callas, per continuare a vivere la magia
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