Posted on marzo 19, 2012 by affascinailtuocuore

17 Marzo 2012, si chiude l’anno delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
Torniamo dalla Sicilia e su suggerimento del cugino architetto, decidiamo di fermarci a Padula, anche per spezzare il lunghissimo viaggio attraverso la lunga Calabria, su, su fino al Nord.
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Certosa S. Lorenzo- Dalla finestra
Meraviglia delle meraviglie, lo “sbadiglio della finestra” (come canta Modugno in Vecchio Frac) dell’Hotel Certosa apre alla magnifica Certosa di San Lorenzo.
Sventolano sul portale di ingresso le bandiere Italiana ed Europea. Il sole comincia a baciare il monumento.
Quale migliore visione per chiudere degnamente il 150° dell’Unità d’Italia? Una visita di bellezza stratosferica, all’interno di un gioiello italiano e universale.
Colpisce subito la cortesia discreta, ma attenta del personale. Non ci sono giovani, in un posto dove decine di ragazzi potrebbero invece lavorare con soddisfazione, tra bellezza e cultura.
Colpiscono i “vuoti”, frutto di rapine storiche attraverso i secoli di occupanti assetati di bellezza a costo zero.
Colpisce l’utilizzo nel tempo di queste sale, uno per tutti, che stravolge: campo di concentramento durante la seconda guerra mondiale.
Colpiscono i “pieni” di raffinatezza, precisione, armonia e qualità dei materiali che caratterizzano sale, mobili, giardini, scale.
Colpisce la scarsa promozione di questo gioiello. Il gestore del piccolo bar all’esterno ci racconta le peripezie vissute per avere un appoggio dal Comune, Regione, Ministero dei Beni Culturali. Triste constatare ancora una volta come vengano sprecate risorse preziose per il nostro paese, per la cultura, per l’occupazione dei tanto citati “gggiovani…”
Due scale da sogno
Quella elicoidale, quasi magica, che porta su verso la Biblioteca oggi chiusa al pubblico e “depredata” (conteneva circa 20.000 volumi, oggi ne sono rimasti forse, 2.000);

l’altra, di ispirazione Vanvitelliana, sontuosa e solenne, offre l’affaccio sul parco silenzioso e mistico.

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Un museo piccolo e raccolto esalta la concentrazione e la qualità dei corredi funerari esposti. Che splendore! Che stupore! Vasellame dal quale non si riesce a staccare gli occhi.

Visitatori illustri
When François Lenormant, professor of archaeology at the National Library of Paris in 1883, visited the Chartreuse of Padula on his journey through Southern Italy, he wrote:
“I went to sit in the Great Cloister. There were many clouds, driven by a violent wind, passing swiftly in front of the full moon producing continuous sudden changes that ranged from profound darkness to brilliant light. There is nothing more enchanting than the effect of these drops of nocturnal light which at times reveal the architecture in all its extraordinary purity down to the smallest detail, and at times conceal it completely. These sudden changes in light seemed to conjure up white phantoms in the depths of the porticos as though the ghosts of the old inhabitants of the monastery had risen, as was their custom, to celebrate night office. I would willingly have stayed until dawn… but tiredness was the stronger. Sleep overcame me and I had to return to my cell where I immediately slept… despite the intense cold and the wind which swept in freely through the glassless windows “.
Inutile aggiungere altro dopo queste significative parole.
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Posted on febbraio 17, 2012 by affascinailtuocuore

L’anno offrirà l’occasione per sostenere gli sforzi degli Stati membri, delle autorità regionali e locali, delle parti sociali e della società civile per promuovere l’invecchiamento attivo e la solidarietà tra le generazioni e sfruttare maggiormente il potenziale delle generazioni del baby-boom.
Obiettivo dell’Anno è la promozione di una cultura dell’invecchiamento attivo che valorizzi l’utile contributo degli anziani alla società e all’economia, favorendo opportune condizioni di lavoro, di partecipazione alla vita sociale e di vita sana ed indipendente.
In tale quadro, la solidarietà e la cooperazione tra le generazioni rappresenta un elemento trasversale che sottende le azioni e le attività di sensibilizzazione sul tema.
Per la promozione e lo svolgimento delle attività dell’Anno 2012, ogni Stato Membro si avvale di un organismo di coordinamento a livello nazionale. Per l’Italia, il coordinamento nazionale è svolto dal Dipartimento per le Politiche della Famiglia che assicura un raccordo tra le amministrazioni interessate e tutti gli altri attori coinvolti per la programmazione delle attività nazionali.”
Non ricordavo di aver scritto alla Presidenza del Consiglio sull’anno dell’invecchaimento attivo (l’età, la palese grafomania…) e dunque oggi sono stata piacevolmente sorpresa dalla risposta della dottoressa Matarazzo (Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le politiche della famiglia) che mi ringrazia dell’interessamento e mi propone di tenere d’occhio le iniziative e le possibilità di partecipazione segnalate nel sito dedicato. Lo farò e cercherò di capire bene come “attivarmi”.
Non è facile per gli anziani collocarsi in una società decisamente giovanilista nello spirito (meno nell’attenzione vera ai giovani) sebbene “vecchia” per anagrafe. Non è facile per varie ragioni. La cosiddetta baby-boom generation avverte sulle proprie spalle il peso e la responsabilità delle condizioni critiche in cui versano i nostri giovani, per i quali non è riuscita a costruire una società giusta e fertile che li aiuti a realizzarsi. E quasi vivendo una forma di espiazione, assume sempre di più il ruolo di genitori-nonni-welfare.
“Per Lidia Ravera, che aveva 25 anni quando uscì il suo Porci con le ali, manifesto della rivoluzione sessuale, i baby boomers continuano a essere «gli irriducibili della democrazia». Possono ancora insegnare tanto ai giovani, perché sono stati
«protagonisti della propria crescita: non subiscono il destino e per forza, impegno e rigore sono un modello per le generazioni future»[…]una generazione fortunata: abbiamo avuto la misura e la conferma della nostra forza: combattevamo per il divorzio? E divorzio fu. Per l’aborto? Ci fu la legge. In questa società depressa i giovani hanno smesso di lottare».Il Sole 24 ore.com
Io sono sinceramente confusa. Ma cosa volete da questi “vecchi”? Che lavorino, Che riposino? Che si tolgano dai piedi? Che diventino baby sitter a go-go? Che sostengano i propri figli, quando possono, con una specie di umiliante paghetta, in attesa di un lavoro decente che li faccia “essere”?
In tutta questa confusione, finalmente capisco perchè ho scritto al sito della Presidenza del Consiglio: sono alla disperata ricerca di non sentirmi troppo di peso in una società al cui mantenimento, a dire il vero, ho contribuito con 35 anni di lavoro che ora, però, non bastano più… E ironia della sorte, mi sento trattata come una baby-pensionata-pseudo parassita! E pensare che avevo tanto criticato la legge che permetteva di andare in pensione con 19 anni 6 mesi e un giorno di lavoro e, a volte anche meno. Legge del contrappasso. (o dell’allungamento della vita?)
Ma basta indulgere all’autocommiserazione! Siamo attivi! Abbiamo di fronte a noi modelli esemplari di “anziani-non ancora vecchi-giovanianziani-” in grande spolvero, che riscatteranno la massa dei baby-boomers fannulloni e che forse aiuteranno tutti gli Italiani a trovare il giusto posto in questa società in affanno.
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Posted on luglio 6, 2011 by affascinailtuocuore

Indignamoci e Impegnamoci!
“L’uomo che ha risvegliato la coscienza dell’Europa parla ai giovani”…Ma non solo
Grande vecchio, Hessel! Tutto assolutamente “sostenibile” quello che lui dice a Gilles Vanderpooten in questa conversazione di libertà. La sua è una proiezione consapevole verso un futuro sostenibile che si nutra e si avvantaggi del passato, con le sue sconfitte e con le sue conquiste.
E la sua non è semplice fede nelle ”meravigliose sorti e progressive!” E’ un atteggiamento che da credito anche, pensate un pò, alla Fortuna (egli stesso ritiene di averne avuta tanta), ma che assegna un ruolo preponderante e decisivo all’impegno, alla responsabilità e alla correttezza nei rapporti politici e personali.
E’ un atteggiamento di enorme fiducia nei giovani e nelle loro capacità. E’ un investimento nell’essere umano e nella sua intelligenza: “la specie umana è una specie giovane[…]siamo una specie giovane, ma che può rompersi il muso domani, sparire… Abbiamo già fatto molte sciocchezze e possiamo continuare a farne, qualche bomba atomica ben piazzata ed è la fine”(p 72ssgg)
Impegnamoci dunque…Ogni generazione faccia la sua parte! “ogni generazione è in grado di trovare il suo posto e il suo impegno sartriano, secondo il quale un uomo è un vero uomo soltanto quando è davvero impegnato e si sente responsabile”(p.71).
Leggere questa conversazione, accompagnata e ispirata dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e dal Programma del Consiglio Nazionale della Resistenza Francese, è come aprire una finestra sul mare e respirare l’aria salmastra della libertà riconquistata.
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Posted on giugno 19, 2011 by affascinailtuocuore
Come sottrarsi a un bacio…Se viene per scaldarti l’anima, per fugare le paure, per ridarti il respiro, per coccolarti con tenerezza e amore? Come sottrarsi a un bacio se intorno a te c’è il vuoto invadente della violenza?
La foto dei due giovani di Vancouver è di quelle che fanno epoca? Una “visione simbolo” che potrebbe interessare a Koetzle? (leggi l’articolo di Marco Belpoliti in Tuttolibri 18 Giugno 11)
Forse sì…
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Posted on giugno 17, 2011 by affascinailtuocuore
Le Olimpiadi di Londra si riqualificano nel sociale.
La Samsung, uno dei principali sponsor delle Olimpiadi 2012 irrompe nel sociale con una mossa super strategica!
“Ecco, arriva David Beckham. È chiaro perché all’East Wintergarden, a Canary Wharf,
i fotografi scattano in piedi come indemoniati e si accalcano sotto il palco allestito nel salone dei ricevimenti di questo edificio di marmo, vetro, legno e acciaio, costruito sul Tamigi. Megaschermi, platea di 500 persone.
Giornalisti da tutto il mondo, molti visi orientali, perché è qui che la Samsung, uno degli sponsor dei Giochi del 2012, presenta il suo ultimo progetto: individuare giovani che si sono distinti per il loro impegno nel sociale e farli diventare testimonial delle Olimpiadi. I prescelti faranno parte della staffetta che per altri 397 giorni porterà la torcia destinata allo stadio di Stratford. Ottomila atleti chiamati a percorrere un miglio a testa in attesa che il mondo si colleghi con Londra…”Andrea Malaguti(Corrispondente a Londra del quotidiano La Stampa) qui l’articolo
La prima tedofora dei giochi olimpici 2012 è Gabriella Roseje da Bermondsey, Londra. In questa area, setting coinvolgente di famosi romanzi vittoriani, Gabriella lavora come volontaria presso l’associazione
Wooden Spoon , “una associazione di volontariato che insegnando i valori del rugby cerca di stare vicino ai giovani svantaggiati. Economicamente. Ma anche psichicamente. In 27 anni ha aiutato 500 mila ragazzi in ogni angolo del Paese. «Il lavoro non finisce mai. In Gran Bretagna ci sono tre milioni e mezzo di teenager che vivono in povertà… “
L’idea è bella e giusta, sia socialmente che…economicamente. Se il business può aiutare, perchè no? Fa sorridere comunque che Beckam il bello abbracci e baci Gabriella con trasporto e dica: ”Per me sei tu l’Inghilterra”. Potenza del marketing!
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Posted on giugno 15, 2011 by affascinailtuocuore

Vivono altrove, ma “sentono” il proprio paese! E si tengono informati!
El fin del medioevo italiano es próximo. Hoy los italianos han hablado (por la segunda vez en poco tiempo, algo está cambiando…?) y lo han hecho sobre cuatro cuestiones vitales, que para algunos parecen tan obivas, y para otros…incomodas.
El referendum proponía
– La abrogación de leyes que permiten la privatización del agua y que permiten ajustar las tarifas para la prestación del servicio de agua a la capital invertido, no sólo a cubrir costos,
– La aborgación de leyes que permiten al Primer Ministro y a los ministros no comparecer en audiencia penal oponiendo el legitimo impedimento.
– Oponerse al desarrollo del nuclear.
Os envío un comics informativo (porqué hasta los periodicos y los telediarios han directamente aconsejado un finde a la playa en vez que ir a votar), realizado por una amiga.
Es en italiano, ya, pero no será dificil entenderlo.
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Posted on febbraio 20, 2011 by affascinailtuocuore

Maledetto il paese che non ha bisogno dei giovani!
Food for thought dalla Spagna di Miguel de Unamuno, quasi un ritratto provocatorio della società Italiana:
“Non ci sono correnti vive interne nella nostra vita intellettuale e morale; questo è un pantano di acqua stagnante, non una corrente sorgiva. Solo una sassata può agitare la superficie e, tutt’al più, smuove il fango sul fondo e intorbidisce l’acqua del pozzo. Sotto un’atmosfera soporifera si estende un deserto spirituale di un’aridità terrificante. Non c’è freschezza né spontaneità, non c’è gioventù. Ecco qui il punto terribile: non c’è gioventù.
Ci saranno i giovani, ma la gioventù manca. E il punto è che l’Inquisizione latente e il formalismo senile la tengono repressa. In altri Paesi europei appaiono nuove stelle, la maggior parte di esse sono erranti e scompaiono subito dopo la loro comparsa; c’è il galletto del giorno, il genio della stagione; qui no, non c’è nemmeno questo: sempre gli stessi cani e con gli stessi guinzagli. Si dice che, qua e là, ci siano germi vivi e fecondi, mezzi nascosti, ma il terreno è così pressato e compatto che i teneri germogli dei semi profondi non riescono a rompere lo strato superficiale della crosta, non ce la fanno a rompere il ghiaccio.
Un uomo che, alla sua età, conserva più che una fede matura, un vigoroso entusiasmo giovanile, sostiene che qui i giovani promettono qualcosa sino ai trent’anni, e poi si trasformano in mollaccioni. Non si trasformano, li trasformano; cadono feriti e anemici di fronte al reticolo brutale e ferreo del nostro autoritarismo e della nostra stupida gravità; nessuno dà loro in tempo uno sguardo benevolo e d’intelligenza. Li si vuole diversi da come sono; il nostro spirito di intolleranza irrancidito non riesce a pensare di lasciare che ciascuno si sviluppi secondo le sue inclinazioni e la sua natura.
Poco fa un critico chiedeva un quarto turno all’Español per gli autori emergenti e sconosciuti, qualcosa di simile a un teatro libero. Generosa illusione! Sappiamo forse riconoscere il nuovo germoglio? Ci manca quello che Carlyle definiva l’eroismo di un popolo, il saper riconoscere i suoi eroi. Se dei ragazzi fondano una rivista, vedrete subito sulle loro testate i soliti nomi di cartello. Nella vita intellettuale, come nella corrida – anch’essa appestata dalla formalità – l’alternativa deve essere proposta dalle mani delle vecchie spade, il resto non andrà mai oltre il rango inferiore di novillero. Accanto a questa deformazione nei confronti della gioventù, si trova un superstizioso servilismo verso gli incensati.
È stato esercitato con furia implacabile il compito di tormentare e schiacciare i germogli freschi, senza distinguere il tenero dalla sterpaglia in cui cresceva, e non sono stati toccati il vischio, i tumori e le escrescenze delle vecchie querce, incensate e intoccabili. Quanti giovani morti nel fiore di questa società, che ha occhi solo per il trito e ritrito, cieca verso quello che si sta facendo! Giudica morti tutti quelli che non si sono iscritti in una delle tante massonerie, quella bianca, quella nera, grigia, rossa, blu…
Si aggiunga, inoltre, che la povertà della nostra nazione rende difficile guadagnarsi la vita e mettere radici; il primum vivere soffoca il deinde philosophari. I giovani tardano a lasciare i lembi della gonna materna, a separarsi dalla placenta familiare e, quando lo fanno, disperdono le loro forze nella ricerca di un padrino che li guidi in questa savana agghiacciante. Per sfuggire all’eliminazione, mettono in atto tutte le loro facoltà camaleontiche sino a prendere il colore grigio scuro e sbiadito dell’ambiente circostante, e ci riescono. Non è un adattarsi alle circostanze facendo sì che queste si adattino a loro volta, attivamente, a essi; è un adagiarvisi passivo.
Viviamo in un Paese povero, e dove non c’è farina è tutta una moina. La povertà economica spiega la nostra anemia mentale; le forze più fresche e giovanili si esauriscono nel tentativo di affermarsi, nella lotta per il destino. Sono poche le verità più profonde di quella per cui, nella gerarchia dei fenomeni sociali, quelli economici sono i primi principi, gli elementi.
E il nostro male non è tanto la povertà, quanto l’impegno a esibire quello che non c’è. La povertà del bollito fatto con le ossa, l’insalata di carne delle altre sere, i dolori e le lamentele dei sabati e le lenticchie del venerdì contribuirono senz’altro alle veglie notturne passate nella lettura dei libri di cavalleria che seccarono il cervello al povero Alonso il Buono. Ed è ancora corrente tra noi l’aforisma di Dómine Cabra secondo cui la fame è salute; fa proseliti il dottor Sagredo, e si continua a ribadire gravemente che i tumori esprimono la forza del sangue, e gli attacchi di epilessia l’eccesso di salute. E ci prescrivono la dieta come ricetta. E attenzione a dire la verità! Quello che la dichiara virilmente, senza ambasce né circonlocuzioni, viene accusato di pessimismo dagli spiriti fragili e scettici. Si vuole continuare la ridicola commedia di un popolo che finge di ingannarsi riguardo al proprio stato.
Non c’è una Giovane Spagna, né qualcosa che vi corrisponda; nessuna protesta che non sia quella trincerata attorno ai tavolini dei caffè, dove si dispensa ingegno e si spreca vigore. E quegli stessi oratori protestanti dei caffè, molti di loro briosi e pieni di vita, quando si trovano di fronte al pubblico si comprimono e, paralizzati e come stregati dalla vista della bestia collettiva, si mettono a intessere le più colossali volgarità e i canti più ritriti della pubblica routine. Si soffoca la gioventù senza comprenderla, volendola di certo seria e formale; come Dio vuole il Faraone, prima la si assorda, poi la si chiama e, vedendo che non risponde, la si denigra. La nostra società è la vecchia e castiza famiglia patriarcale allargata. Viviamo in piena presbitocrazia (vetustocrazia, è stata chiamata), sotto il senato dei sachems, subendo l’imposizione di vecchi incapaci di comprendere lo spirito giovane e che mormorano: «Non spingete, ragazzi», quando non fanno da anestetici per quelli che accolgono sotto la loro protezione: «Ah! Lei è ancora giovane; ha molto tempo davanti a sé…», come dire «lei non è ancora abbastanza tonto per potersi avvicendare con me. La sconcertante gerarchia chiusa dell’antichità e l’occlusione di tutte le vie.
Gli stessi giovani invecchiano o, meglio, si invecchiano subito, si formalizzano, si istupidiscono, si incasellano e fanno quadrato e, diventando disciplinati come un turacciolo, possono entrare come pedoni nella nostra scacchiera spagnola e, se si comportano da bravi bambini, diventare alfieri.
Dov’è assente la gioventù manca anche un vero spirito di aggregazione, che nasce dal traboccare della vita, dal vigore che monta e si travasa. Qui le società nascono ossificate – se nascono -, perché l’asocialità è uno dei nostri tratti caratteristici. Estesa alle relazioni sessuali, la nostra asocialità fomenta la brutalità maschilista, fonte di grandi volgarità e di oscene posture, per finire sottomettendo gli uomini a capricci e piccoli intrighi femminili, come tanti pulcinella.
È deprimente per l’anima vedere i danni della nostra asocialità, del nostro stato brado mascherato. \[…\] Nella vita comune e nei commerci della gente, l’estrema povertà di idee ci porta a saturare la conversazione, come riempitivo, con parolone goffe, mascherando così la balbuzie mentale, figlia di quella povertà; e l’opacità di ingegno, digiuno di nutrimento sostanzioso, ci conduce a divertirci con la barzelletta da taverna e altre basse oscenità. Persiste la propensione alla volgare ordinarietà che ho segnalato come caratteristica del nostro vecchio realismo castizo. Su questa miseria spirituale si estende il polipo politico e in questa anemia si sono congestionati i centri più o meno parlamentari. In una politicuccia così meschina l’ingegnosità soppianta il sapere solido e si fanno scaramucce da guerriglia. La piccolezza della politica diffonde il suo virus a tutte le altre estensioni dell’anima nazionale. Ed è in crisi persino il polipo. I vecchi partiti, rinsecchiti nella loro scorza autoritaristica, si trascinano aridi e spunta, come segno dei tempi, il bon ton scettico, quello della distinzione elegante, il neoconservatorismo dilettantesco e da signorini con colpi plutocratici.”
(fonte: Tuttolibri, Sabato 19 Febbraio)
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