D. Di Pietrantonio-BORGO SUD, due sorelle, una storia di passioni e incontri

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Le avevamo già incontrate nell’ Arminuta le due sorelle. Le ritroviamo a Borgo Sud di Pescara, in arrivo da posti diversi, da Macerata, da Grenoble. Hanno scelto strade diverse, hanno fatto incontri diversi, ma ora sono qui, di nuovo a Borgo Sud, tra odori e sapori di mare, di popolo, di vita. Le due sorelle non si sono mai frequentate molto, quasi non si conoscono. Hanno in comune due genitori apparentemente muti e sordi a qualsiasi moto dell’anima. Adriana è selvaggia, dura, spigolosa e volitiva, bella di una bellezza di fuoco. Si presenta a casa della sorella una sera, di corsa, inseguita dalla paura, con un fagottino in mano. È Vincenzo il suo bambino a cui ha dato il nome dell’amato fratello morto. Arriva e sconvolge la vita della tranquilla coppia borghese di Piero dentista affermato e della prof-senza-nome. Ma non sarà solo l’arrivo inaspettato di Adriana a sconvolgere la coppia, ben altre verità attendono tutti al varco. Ed ogni verità è legata all’amore, alle sue varie forme, alla sua diversa intensità, alle sue regole sempre diverse ma universali. 

“Preparavamo la cena e lei non smetteva di elencare i torti che aveva subito da ragazza. L’avevano ritirata dalla scuola a 15 anni e l’avevano mandata a lavorare in campagna: vendemmia, raccolta delle olive. Nessuno in famiglia pensava che dovesse proseguire gli studi oltre la licenza media così risicata. I nostri fratelli deridevano la sua ambizione di diventare geometra, nostra madre taceva.”p.18 

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L’Arminuta, Mia madre è un fiume, Bella mia, mi hanno già fatto incontrare le atmosfere familiari tormentate di Di Pietrantonio, qui le ritroviamo ravvivate dalle luci del borgo marino, rafforzate e rese aspre dalla salsedine e dalla rudezza della gente di mare. Eppure, in questo angolo di civiltà le due sorelle ritrovano una fetta di umanità, di semplicità e autenticità di sentimenti e di relazioni.  

Leggere i romanzi di Donatella di Pietrantonio mi riporta al mio privato “piccolo mondo antico”. Anche in questo caso, per molti versi mi è sembrato di rivivere le baruffe, le avventure, le risate senza un perché con la mia sorella pazzerella. La nostra era la vita di due adolescenti piene di sogni, in un paesone della Marsica, cresciute però in una famiglia accogliente, senza soldi, ma ricca d’amore e di speranza nel futuro, molto diversa da quella delle due ragazze del romanzo. 

“Una preghiera, vuole Adriana, e io non ne so più. Da bambina , tutte a memoria. Non le ho proprio dimenticate, ma se provo a bisbigliarne una tra le labbra suona finta. C.ome il segno di croce quando entro in una chiesa soltanto per vederla. Ho smesso di credere da così tanti anni. Eppure, sta crescendo anche nella mia bocca una misteriosa gratitudine per questa salvezza” p.159 

Ancora una storia di donne combattenti e indomite ci travolge tra le pagine di Borgo Sud, donne che non si arrendono alla sofferenza, ma che fanno appello a tutte le loro risorse per sconfiggere le avversità e rimanere umane.