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Dal 6 al 9 Giugno 2024 i cittadini UE sono chiamati a rinnovare il Parlamento europeo. L’evento riveste una grandissima importanza, specialmente in questo periodo in cui sembra che l’unica politica internazionale vincente sia farsi la guerra o affidarsi a partiti populisti di destra.  

“Le prossime elezioni europee rappresentano un appuntamento tra i più importanti degli ultimi tempi. Il futuro Parlamento europeo sarà chiamato ad affrontare importanti sfide sia a livello nazionale che internazionale. L’istituzione svolge un ruolo chiave nel garantire che l’Unione Europea rimanga fedele ai propri principi di democrazia, stabilità e prosperità”. Roberta Metsola.

E allora andiamo verso il voto cercando di capire in cosa consiste “il ruolo chiave” di cui parla la presidente Metsola, partendo da due domande:  

  • Le istituzioni UE sono in grado di rispondere alle nuove sfide mondiali? Quali strumenti stanno mettendo in campo per affrontarle? 
  • Prendiamo ad esempio il tema cruciale dell’Intelligenza Artificiale

“Con il termine intelligenza artificiale (IA) si indica una famiglia di tecnologie in rapida evoluzione in grado di apportare una vasta gamma di benefici economici e sociali in tutto lo spettro delle attività industriali e sociali[…]particolarmente necessari in settori ad alto impatto, tra i quali figurano quelli dei cambiamenti climatici, dell’ambiente e della sanità, il settore pubblico, la finanza, la mobilità, gli affari interni e l’agricoltura. Tuttavia gli stessi elementi e le stesse tecniche che alimentano i benefici socio-economici dell’IA possono altresì comportare nuovi rischi o conseguenze negative per le persone fisiche o la società”.

Premesso  che ogni  tecnologia innovativa è frutto di una ricerca approfondita che, fortunatamente, amplia il campo della conoscenza umana, non c’è dubbio che sia necessario normare i campi d’uso e i fattori di rischio di tali innovazioni che, spesso, mostrano di  non essere così “intelligenti” come si pensa. 

Giovanna Pistorio (AIC) riporta un episodio significativo sull’intelligenza di ChatGPT:

“Aprile 2021. Per la prima volta nella storia, il Parlamento finlandese chiama in audizione un’applicazione di intelligenza artificiale: Chat GPT. Dopo una serie di domande simula una possibile scelta di spesa pubblica: finanziare una pillola per curare il cancro o una pillola che fa vivere i gatti fino a cento anni. La domanda è paradossale, ma la risposta inquietante. Chat GPT suggerisce di sostenere i gatti. Quando viene interrogata sul perché, la motivazione è lapalissiana, inquietante, ma razionale nell’universo logico in cui si muove Chat GPT: i gatti sono più numerosi dei malati di cancro. È il confine, non troppo labile, tra razionalità e ragionevolezza che separa le forme di intelligenza umana dalle intelligenze artificiali”. 

Ebbene, sfatando lo scetticismo dilagante verso l’UE, dobbiamo prendere atto che, prima al mondo, l’Europa si  è dotata di uno strumento per governare la transizione tecnologica. 

Il 9 dicembre 2023 Commissione, Consiglio e Parlamento hanno approvato l’Ai Act  che regolamenterà l’intelligenza artificiale nell’Unione Europea, nel rispetto della Carta dei diritti fondamentali dell’UE. 

Il Regolamento UE stabilisce allora le seguenti  regole sull’ AI riconosciuta come fattore di rischio per l’Europa dei diritti:

  • regole sui modelli di IA per finalità generali ad alto impatto che possono comportare rischi sistemici in futuro, nonché sui sistemi di IA ad alto rischio,
  • un sistema di governance riveduto con alcuni poteri di esecuzione a livello dell’UE,
  • ampliamento dell’elenco dei divieti, ma con la possibilità di utilizzare l’identificazione biometrica remota da parte delle autorità di contrasto negli spazi pubblici, fatte salve le tutele,
  • una migliore protezione dei diritti tramite l’obbligo per gli operatori di sistemi di IA ad alto rischio di effettuare una valutazione d’impatto sui diritti fondamentali prima di utilizzare un sistema di IA.

Trovare un equilibrio tra vantaggi e rischi dell’IA diventa dunque necessario, soprattutto per preservare diritti fondamentali della CARTA come: 

“il diritto alla dignità umana (articolo1), al rispetto della vita privata e alla protezione dei dati di carattere personale (articoli 7 e 8), alla non discriminazione (articolo 21) e alla parità tra donne e uomini (articolo 23), alla libertà di espressione (articolo 11) e alla libertà di riunione (articolo 12), nonché ad assicurare la tutela del diritto a un ricorso effettivo e a un giudice imparziale, della presunzione di innocenza e dei diritti della difesa (articoli 47 e 48)[…]dei diritti di una serie di gruppi speciali, quali i diritti dei lavoratori a condizioni di lavoro giuste ed eque (articolo 31), un livello elevato di protezione dei consumatori (articolo 38), i diritti del minore (articolo 24) e l’inserimento delle persone con disabilità (articolo 26). Rilevante è anche il diritto a un livello elevato di tutela dell’ambiente e al miglioramento della sua qualità (articolo 37), anche in relazione alla salute e alla sicurezza delle persone.”

Non bastano solo le regole per fronteggiare rivoluzioni tecnologiche di tale portata, è vero, ma un provvedimento legislativo come quello dell’Unione Europea è un risultato storico e una pietra miliare per il futuro. E tuttavia ancora non basta, parallelamente servono: un nuovo atteggiamento culturale aperto all’innovazione e un approccio educativo che accompagni soprattutto i giovani a superare l’imperante “fideismo digitale”(Mezzalama 2024). L’ UE ha definito cosa  L’IA non può fare, ora deve assolutamente lavorare su  cosa si può  e si deve  fare con l’ IA, nel rispetto delle norme adottate.

La strada è segnata, è la strada che ci porta dritti a Giugno, a dare nuova spinta e fiducia al Parlamento europeo, con il nostro voto.

L’articolo è pubblicato nella Newsletter N. 51-febbraio 2024 della Casa delle donne di Padova

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