BAMBINI NEL TEMPO a Cutro, in famiglie arcobaleno, in carcere con le madri

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Bambini nel tempo di Ian Mc Ewan è la storia di una scomparsa misteriosa. Tra le corsie di un supermercato Stephen perde di vista la figlioletta Kate. Sull’onda di questa scomparsa e dei suoi tragici effetti sui genitori, McEwan recupera le emozioni del bambino che alberga nel profondo del nostro cuore, e che spesso resta inascoltato e trascurato. La suggestione del titolo è forte. Forse a sproposito, lo prendo in prestito per parlare di altri tempi e di altri bambini: il tempo dei bambini di Cutro, il tempo dei bambini figli di coppie arcobaleno che risiedono in Italia e il tempo dei bambini  in carcere con le loro mamme.

Il tempo dei bambini di Cutro

Il tempo dei bambini di Cutro è un tempo triste perché registra il dramma di famiglie spinte a cercare fuori del loro paese un presente e un futuro di speranza e di opportunità. È il tempo triste degli abitanti di Steccato di Cutro travolti dallo stupore e dal dolore per i trentacinque bambini morti nel naufragio della notte tra il 25 e il 26 febbraio 2023. Il bilancio, forse non definitivo,  è di 93 vittime, di cui 24 bambini compresi nella fascia d’età tra 0 e 12 anni e 14 di poco più grandi.

Il caicco, partito da Smirne in Turchia, trasportava ammassate nella stiva tra 150 e 180 persone in fuga da Iran, Siria, Somalia, Palestina, Pakistan e Afghanistan, in fuga da miseria, oppressione e violenza. Si è schiantato contro gli scogli di Steccato di Cutro, polverizzandosi. E nessuno è intervenuto per evitare la tragedia. Risultato? famiglie distrutte, bimbi annegati e bimbi orfani. Un bambino afgano di 12 anni ha perso i genitori e quattro fratelli. Avevano riposto in quel viaggio, pagato a caro prezzo, la speranza di una vita migliore in Europa.

Trentacinque bambini sono annegati nel mare di Cutro per un mancato intervento che poteva salvarli tutti e farli vivere serenamente accanto alle loro mamme, ai loro papà, alle persone che li amavano, in un paese che non era il loro, ma che li avrebbe accolti e forse aiutati a superare il trauma dell’esilio. Sarebbe stata l’Italia quel paese? Per la maggior parte dei migranti no, andavano a raggiungere parenti e amici in Europa.

È in corso un’inchiesta della procura di Crotone che vuole accertare cosa sia effettivamente accaduto quella maledetta notte. Tutti vogliamo che emergano i dettagli e le responsabilità del tragico evento e del mancato soccorso. Lo dobbiamo  ai  bambini  annegati nel nostro Mediterraneo, lo dobbiamo agli orfani, lo dobbiamo ai sopravvissuti. Lo dobbiamo ai cittadini di Cutro e di questo nostro  bellissimo e complicatissimo paese. È una questione di civiltà.

Il tempo dei trentacinque bambini di Cutro è stato un tempo di morte, per i sopravvissuti e per  tutti quelli che vorranno lasciare il loro paese in cerca di una vita degna, deve essere un tempo di speranza e di giustizia, Un tempo di futuro e di felicità.

Il tempo dei bambini di famiglie  omogenitoriali

Il tempo dei bambini di coppie arcobaleno è il tempo felice che vivono nelle loro famiglie, amati da genitori attenti e responsabili. Nella società “civile” delle registrazioni ufficiali, il loro tempo è un tempo in sospensione in cui, come accade a Kate la bimba del romanzo di McEwan, “scompaiono, evaporano”, rapiti da un sistema ottuso.

Quello che sta accadendo nelle famiglie omogenitoriali residenti in Italia è qualcosa di drammatico e inconcepibile. I bambini devono poter vivere la loro infanzia tra le braccia di chi li ama. Chi è la mamma? Chi è il papà? Chi sono le mamme? Chi sono i papà? Che famiglia è quella del 2023? La risposta è semplice: l’autentica famiglia del 2023 è quella che dovrebbe essere, una famiglia in cui regna l’amore.

Chiusa appare la visione di chi delega a un provvedimento prefettizio una materia così delicata e sensibile, soprattutto per i bambini. La registrazione dei figli di coppie omogenitoriali all’anagrafe della città in cui risiedono è una questione di rispetto dei diritti. Così non va bene, signori politici! Signora Primo Ministro, Signora Capo dell’Opposizione di sinistra, Signora Ministra della Famiglia, abbiamo bisogno di una legge di riferimento giusta e rispettosa della dignità e del benessere dei minori: decidetevi a farla! Muovetevi insieme, fate valere la vostra empatia e lungimiranza di donne!

Il tempo  dei bambini in carcere 

Il tempo  dei bambini in carcere è un tempo che non dovrebbe esistere. I bambini  non dovrebbero conoscere e vivere l’atmosfera violenta della reclusione. Il problema è complesso, ma di non difficile soluzione. Nel tempo, sono stati adottati provvedimenti migliorativi ma non risolutivi.

Nel 2022 il Parlamento aveva approvato una legge che migliorava la condizione dei/lle bambini/e e dello loro madri carcerate. Sembrava che i partiti potessero trovare  un accordo  basato  su un condiviso principio di civiltà. Ciò non è avvenuto: in Senato sono stati proposti degli emendamenti  peggiorativi che hanno costretto la proponente, Debora Serracchiani, a ritirare la proposta di legge. Attualmente le donne detenute e i loro bambini vivono in carcere, o a regime di custodia attenuata o nella sezione femminile del carcere. I bambini e le bambine che vivono questa violazione dei loro diritti sono 24, le mamme 21.

L’Art. 3 della Convenzione sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (CRC) sancisce il principio del superiore interesse del minore, ovvero dispone che in ogni legge, provvedimento, iniziativa pubblica o privata e in ogni situazione problematica, l’interesse del bambino/adolescente deve avere una considerazione preminente”.

L’Art. 27 della Costituzione Italiana, “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato” chiede di fatto che le mamme e i minori possano vivere non in un carcere ma in una casa protetta, dove scontare la pena in regime di detenzione domiciliare.

Allora, “Niente più bambini in carcere con le loro madri”, ma in ambienti protetti dove il benessere dei minori sia garantito al meglio. I bambini di oggi governeranno il mondo di domani e dunque, è interesse di tutti preservarli da restrizioni pericolose.

Siamo tutti  bambini dentro, forse, ma dell’infanzia abbiamo purtroppo perso l’innocenza, nel tempo.

Pubblicato nella Newsletter N.41 Aprile 2023 della Casa delle Donne di Padova