Gli eventi narrati ci riportano indietro nel tempo, a più di venti anni fa, nel bel mezzo di una vicenda tutta Italiana, fatta di intrighi, traffici, amori ed altri ingredienti molto “succulenti”.
Condivido l’ opinione di Carlo Freccero, che invita i telespettatori troppo critici a non aspettarsi un capolavoro di interpretazione, a non cercare a tutti i costi una ricostruzione fedele degli avvenimenti del periodo per rintracciare nei vari protagonisti il politico, l’ imprenditore, il poliziotto o il magistrato, resi famosi dalla cronaca. Li invita invece a godersi la storia per quello che è: una finzione, una versione romanzata della storia. Ovvero, un bel prodotto che suscita interesse e coinvolgimento.
Al di là dei protagonisti di quella stagione più facilmente individuabili e individuati (il pool di Mani pulite, Mario Chiesa, Craxi…), tutti gli altri personaggi sono spesso inventati, e tuttavia assolutamente credibili e rappresentativi di categorie umane che, ancora oggi, affollano la quotidianità della nostra vita: politici mezze-cartucce con rigurgiti fuori tempo e fuori luogo di orgoglio e moralità, belle ragazze sbandate alla ricerca assoluta e senza regole della notorietà, furbi e furbetti, approfittatori, madri e padri senza bussola e responsabilità ed altro ancora…
La fiction indulge (per alcuni troppo!) su tre fattori che regolano il mondo: Sesso, Potere e Soldi, con tutte le conseguenze che si portano dietro, siano esse tragiche, drammatiche, comiche. Non c’è niente da fare, Sesso, Potere e Soldi sono le bussole privilegiate dall’essere umano. E la conclusione della serie lo dimostra. Ma non anticipo niente…
1992 è una serie bella, amara e… pronta per il sequel.
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