Ho letto qualcosa di Carofiglio, non il suo ultimo romanzo, Il silenzio dell’onda. Non mi fa impazzire, ma ne ho apprezzato la vena critica in La manomissione delle parole.
Oggi leggo sui quotidiani che lo scrittore-magistrato-Senatore ha querelato Vincenzo Ostuni, poeta e editor di Ponte alle Grazie, per diffamazione. Il seguente giudizio lo ha spinto a farlo:
“un libro letterariamente inesistente, scritto con i piedi da uno scribacchino mestierante, senza un’idea, senza un’ombra di ‘responsabilità dello stile’, per dirla con Barthes»….
Giudizio forse un pò pesante? Diffamazione?
Il confine è indefinito, rischioso e labile. Sono, in ogni caso, stupita. Bisogna parlare sempre e solo bene dei libri di alcuni autori? E poi, conta più il libro e la sua storia o chi lo scrive? Fin dove può spingersi il critico?
Indubbiamente, sentirsi definire “scribacchino mestierante”, non è piacevole, ma da qui a denunciare chi si esprime così, ce ne corre! C’è dell’altro?
Mi dispiace, Senatore, ma non condivido la sua scelta.
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