Madame Bovary-Flaubert

Vacanze con i classici

Nella tenuta d’Abruzzo, tra rigeneranti onde di verde fresco, con lo sguardo che si  sazia  dell’ azzurro del cielo e del mare,  del paesino lì sulla dolce collina verdeggiante, della Maiella che sorveglia materna il territorio, c’è una grande casa accogliente dove decine e decine di libri danno il benvenuto agli ospiti. Sono sparsi qua e là in librerie dense, nelle stanze, nei corridoi, nei bagni, nell’angolo del giardino che la nipote padrona di casa ha battezzato “messicano” per le sue piante grasse e per gli arredi di un colore caldo e rovente.

Dalla moltitudine di raccolte di poesie, di romanzi moderni, contemporanei e classici, che ti accompagnano in ogni  momento della giornata, si fa spazio prepotentemente  Madame Bovary di Gustave Flaubert. Non posso non prenderlo. Lo sfoglio e mi sorprendo per la qualità dell’edizione speciale Mondadori 1997 (ad eccezione della “precaria” rilegatura) che presenta  delle autentiche perle: la  traduzione della poetessa Maria Luisa Spaziani, l’ introduzione di Albert Thibaudet, l’ appendice con le lettere di Flaubert all’amante Louise Colet, che ci guidano nella comprensione del processo creativo di Madame Bovary, attraverso le parole dell’autore stesso:

“che cosa dannata è la prosa! Non è mai finita; bisogna sempre rifare. Credo però che le si possa dare la consistenza del verso. Una buona frase in prosa deve essere come un buon verso, immodificabile, altrettanto ritmata, altrettanto sonora. Questa almeno è la mia ambizione.” 397

E, per concludere, la postfazione di Charles Baudelaire, con la sua particolare teoria sul personaggio di Emma e sugli ingredienti di successo del romanzo; provincia, adulterio, gentuccia che si da fare per emergere in società. Et voilà, la scommessa Bovary è vinta.

“All’autore non resta, per completare la sua sfida  nella sua interezza, che spogliarsi (per quanto possibile) del suo sesso  e farsi donna. Ne è risultata una meraviglia; il fatto è che egli non è riuscito a non infondere sangue virile nella sua creatura, e che Madame Bovary, per ciò che ha in lei di più energico e di più ambizioso, e anche di più sognatore, madame Bovary è rimasta un uomo. Come la Pallade armata uscita dal cervello di Giove, questo bizzarro androgino ha conservato tutte le seduzioni di un’anima virile in un affascinante corpo femminile” 418

In viaggio con Emma

Comincio a leggerlo, con avidità. La storia è nota, Emma Rouault è una sveglia ragazza di provincia, piena di sogni e di progetti per il futuro. A tredici anni inizia la sua educazione in convento dove scopre e coltiva la lettura e il gusto per tutto ciò che contribuisca “all’ardore immediato del suo cuore”. Ma nel suo presente, c’è ben altro: il matrimonio con Charles Bovary, vedovo e medico senza particolari ambizioni.

“Prima di sposarsi Emma aveva creduto di essere innamorata; ma la felicità che avrebbe dovuto scaturire da quell’amore non era venuta, certo doveva essersi sbagliata, pensava. E cercava di scoprire che cosa in realtà si intendesse nella vita con le parole felicità, passione ed ebbrezza che nei libri le erano parse così belle.” 40

Ben presto la vita a Yonville, piccolo borgo normanno, comincia a diventare soffocante per la mente di Emma, avida di esperienze vitali in cui possa mettersi in gioco con tutta la sua prorompente personalità. Dopo aver invano cercato di stimolare in Charles la ricerca di una  vita più soddisfacente, Emma intraprende relazioni pericolose, con Rodolphe prima e con il giovane Léon dopo. Entrambi dopo i primi tempi di  passione, di forte coinvolgimento emotivo e di appagamento sessuale, si ritraggono di fronte a sviluppi incerti e rischiosi  della relazione.

Hirondelle di Yonville

Inoltre Madame Bovary  si invischia sempre più in operazioni economiche fallimentari che passo dopo passo la porteranno alla disfatta finanziaria. La disperazione si fa largo nella sua testa e le conseguenze diventano inevitabili: il suicidio con l’arsenico.

I timori di Flaubert

L’ estrema sintesi della trama potrebbe far pensare a un romanzone di appendice, sentimentale e melenso, come lo stesso  Flaubert teme possa essere percepito da chi lo legge. In una sua lettera a Louise scrive:

“Ieri sera ho iniziato il mio romanzo. Prevedo ora difficoltà di stile che mi spaventano. Non è cosa da niente essere semplici. Ho paura di cadere nel Paul de Kock (ndr. autore di romanzi sentimentali che all’epoca destarono successo e scandalo) o di fare del Balzac chateaubrianizzato”387

Timore infondato. Il romanzo  va ben oltre il sentimentalismo  spicciolo. Entusiasma non tanto per la storia quanto per lo stile narrativo. Uno stile drammatico, spesso descrittivo, mai noioso o ridondante. Uno stile perfetto per rendere la psicologia dei personaggi. Emma è scolpita, cesellata attraverso le parole, le  azioni sue e quelle di chi la circonda, il paesaggio e l’ambiente in cui vive.

Tra le tante mi è rimasta particolarmente impressa la scena del comizio. Di notevole efficacia l’alternarsi sincopato delle frasi dell’oratore di turno e quelle di Rodolphe e Emma che, “come in una danza” si stanno  avvicinando sempre di pìù l’uno verso l’altra. È un procedere incalzante, un ritmo  che ti trasporta dentro i loro cuori e i loro corpi.

“E stringendo i tempi[…]Rodolphe non parlava più. Si guardavano. Un desiderio supremo metteva un fremito sulle loro labbra inaridite; e mollemente, spontaneamente, le loro dita s’intrecciarono” 167

Tutto è già stato detto, e scritto

Ci sarebbe tanto ancora da dire su questo magnifico romanzo, e tanto è stato già detto e scritto. Io non sono in grado di aggiungere altro, mi limito solo a consigliarne la lettura o la rilettura, perché  è un gran piacere bere la prosa di  Flaubert e ritrovarsi a provare emozioni profonde che arrivano quasi a sfiorare delicatamente la sfera personale di chi legge. Emma Bovary è un grande personaggio e un realistico ritratto di una complessa vita di donna, per certi aspetti non così lontana dalla realtà.

Attacco alla BELLEZZA

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Il romanzo è da mettere al bando! Immorale! Rovina l’anima candida dei giovani! È ciò che pensa la suocera di Emma, specchio fedele della mentalità gretta della società. Non sopporta  la nuora e la sua passione per i libri, sollecita dunque il  figlio ad intervenire:

“Sai quello che ci vorrebbe per tua moglie? -incalzava mamma Bovary-Occupazioni forzate, fatiche manuali!” Charles le risponde che è già tanto occupata. ” Ah occupata! A far cosa? Leggere romanzi, roba contraria alla religione, che si fanno beffa dei preti  con argomenti alla Voltaire. Tutto questo però porta lontano, mio povero ragazzo, e chi non ha religione, prima o poi finisce male”. Risponde piccata la cara suocera. 141

Purtroppo Mamma Bovary non è la sola a pensarla in questo modo e infatti Il romanzo  di Flaubert diventa subito un caso giudiziario. Ma la magistratura interviene con inaspettata “lungimiranza”. E Baudelaire si “congratula” con i giudici.

Ascoltate il passaggio dalla postfazione, registrato da Affascinailtuocuore.

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2 pensieri riguardo “G. Flaubert-MADAME BOVARY. Tornare ai grandi classici durante una bellissima vacanza in Abruzzo

  1. L’antipatia immediata per Emma non mi ha mai permesso di apprezzare questo classico di indubbio valore, ammetto che non sono riuscita a sganciarmi dal personaggio per calarmi nell’insieme. 🤷‍♀️

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