E’ arrivata la medaglia d’oro di Cecilia Camellini, nuotatrice cieca.
La stampa titolata si sveglia e concede un articolo all’evento. Sempre insieme a un pò di gossip e all’inevitabile confronto con Federica Pellegrini e il suo flop olimpico. Anche Cecilia è fidanzata con un suo compagno di squadra, Francesco Bettella. Il “romance” è salvo anche in questo caso.

Ma ci vuole davvero una medaglia perché si parli di questo evento così importante e significativo, che ha richiamato milioni di persone a Londra registrando  il tutto esaurito di vendita di biglietti e che, mosca bianca nello sport, riesce ancora a dare ai nostri ragazzi l’idea di cosa significhi lo sport vero, con tutto ciò che ne consegue? Questo, è vero, lo hanno fatto anche molti atleti italiani nelle gare olimpiche, ma indubbiamente sono stati anche gratificati da un’informazione ben più attenta e dalla soddisfazione di aver dato a  milioni di persone momenti  di puro piacere.

Grande dunque la delusione per il profondo gap tra il bombardamento mediatico delle Olimpiadi e il vuoto assoluto della copertura delle Paralimpiadi. La rete, ovviamente è più presente, ma non basta.

Specchio dei tempi in cui solo l’immagine conta? Sacrifici, corpi e vite che lottano per dimostrare che la persona umana è molto di più e di meglio, nonostante le menomazioni fisiche?
Forse.